Il Monastero di Hurezi
Collocata nel sud della Romania, la provincia di Valcea è visitata in particolare per le sue montagne, cosparse di località balneoclimatiche, le cui acque minerali curative sono riconosciute a livello internazionale.
Daniel Onea, 30.01.2019, 12:37
Collocata nel sud della Romania, la provincia di Valcea è visitata in particolare per le sue montagne, cosparse di località balneoclimatiche, le cui acque minerali curative sono riconosciute a livello internazionale. Però Valcea è nota anche per i suoi numerosi monumenti storici. Per di più, è la seconda provincia della Romania come numero di conventi, tra cui spicca quello di Hurezi. Ci fa da guida Madre Ecaterina, la quale ricorda che il monastero venne costruito a tre recinti, 300 anni fa.
Il nostro convento è molto importante poichè, essendo il primo tra quelli fondati dal principe Constantin Brancoveanu, vi nacque anche lo stile architettonico a lui intitolato e ritenuto lo stile del Rinascimento romeno. E’ importante anche perchè, tra i numerosi edifici e luoghi di culto costruiti da Constantin Brancoveanu, quello di Hurezi si è conservato in forma originale. Avviata nel 1690, la costruzione della chiesa fu ultimata nel 1694. Oggi, conserva integralmente sia l’edificio che la pittura e parzialmente le sculture in legno. I portoni d’ingresso, la parte scolpita del kliros e l’iconostasi sono quelli originali, risalenti al 1694. Gli affreschi sono stati restaurati tramite interventi di pulitura. A Hurezi, il visitatore scopre sia una storia dell’arte romena che una storia laica del Paese. Il nartece custodisce non solo il quadro votivo, ma anche quello dell’intera stirpe dei Brancoveanu. Constantin discendeva da due famiglie principesche: suo padre apparteneva al casato dei Bessarab, mentre la madre a quello dei Cantacuzino, spiega Madre Ecaterina.
Sempre il nartece custodisce il calendario liturgico ortodosso in 365 immagini. L’iconostasi, scolpita in legno di tiglio dorato, venne restaurata verso l’anno 2000, pari agli affreschi, aggiunge la nostra guida. Parliamo dello stile Brancoveanu in pittura, scultura in legno e pietra, e ugualmente dell’architettura rappresentativa, impressionante nell’intero stabilimento di Hurezi. Il monastero fu concepito sin dall’inizio come fortezza di difesa. Su tre lati si trovano degli edifici con un primo piano, mentre su quello settentrionale c’è un muro merlato. All’inizio, il muro del secondo recinto era alto 8 metri. Il terzo recinto racchiude lo skita dell’ospedale di una volta, che esiste in tutti i vecchi monasteri. Da noi, in tutti gli altri punti cardinali ce ne sono altri. All’ingresso, il turista scopre lo skita meridionale, l’odierna chiesa del villaggio. Nel secondo recinto si trova quello dell’ospedale, e nell’ultimo la chiesa grande. Davanti si trova un refettorio allestito come museo. Conserva la pittura originale, non restaurata, risalente al 1706, aggiunge Madre Ecaterina.
All’ingresso nel monastero, c’è anche un negozio di souvenir, dove troverete anche una guida-album con tutte le informazioni su questo bellissimo posto. Il nome del monastero Hurezi proviene dall’uccello chiamato allocco (huhurez in romeno – ndr): quando vennero avviati i lavori, qui non c’era nulla, solo il bosco pieno di simili uccelli. Ci vengono a trovare tanti visitatori stranieri, anche perchè il nostro monastero è stato inserito nel patrimonio dell’UNESCO. Quindi, non solo le persone interessate di arte e storia, ma tutti i visitatori trovano qualcosa da ammirare e ne rimangono impressionati, conclude Madre Ecaterina.