Romania, consumo culturale crescente in pandemia
Lo studio Tendenze del consumo culturale durante la pandemia, condotto dallIstituto Nazionale per la Ricerca e la Formazione Culturale, indica nel 2020, i romeni hanno letto di più, hanno ascoltato più musica e hanno visto più film.
Ion Puican, 09.01.2021, 07:00
Lo studio Tendenze del consumo culturale durante la pandemia, condotto dallIstituto Nazionale per la Ricerca e la Formazione Culturale (INCFC), indica che, nel 2020, i romeni hanno letto di più, hanno ascoltato più musica, hanno visto più film, serie televisive, documentari, spettacoli di teatro online o in spazi aperti.
Secondo lo studio, è aumentata la percentuale di coloro che dichiarano di aver letto più libri e ascoltato più musica nel 2020. Il 35% delle persone intervistate ha dichiarato di aver letto libri lo scorso anno, mentre nel 2019 la percentuale era del 22%. Nel 2020, l88% delle persone intervistate ha ascoltato musica (utilizzando vari mezzi), rispetto al 74% nel 2019. Il consumo di teatro e film nelle sale da spettacolo è diminuito a causa delle restrizioni sanitarie e i romeni si sono mostrati interessati a visionare teatro e film online oppure ad andare a spettacoli allaperto, ogni volta che le restrizioni sanitarie o le condizioni meteo lo hanno permesso. Nel 2020 sono stati seguiti più film e serie televisive (il 79%) rispetto al 2019 (il 76%), più film di animazione (il 40% rispetto al 31% nel 2019), programmi di intrattenimento (il 76% rispetto al 69% nel 2019) e programmi per bambini (il 38% rispetto al 25% nel 2019).
Abbiamo parlato del bisogno di cultura dei romeni, con accento sullinteresse dei bucarestini per gli eventi e le proposte culturali o sociali, con il direttore del Museo del Municipio di Bucarest, Adrian Majuru. “Luomo è un essere sociale, consuma cultura tutta la sua vita, anche se non lo vuole. Quello che non sapevamo è come la consuma e come si adegua culturalmente quando viene messo sotto pressione, una pressione determinata dallinsicurezza sanitaria, che non è visibile come una crisi economica o sociale con proteste in piazza, ad esempio, che sono a volte prevedibili, altre volte visibili e allora si possono tirare conclusioni in tempo reale. In linea di massima, si è trattato di un recupero di preoccupazioni assopite, come la lettura o la comunicazione su forum, spiega Adrian Majuru.
Come si sono adattati i musei della capitale alle nuove forme di consumo culturale che ci ha imposto la pandemia, a distanza nella maggior parte? Ovviamente, faccio parte della generazione che ha fatto il salto dalla lettera, alla quale si lavorava a volte anche tre ore ed era forse la quarta variante, al messaggio che uno scrive e forse, se non fa attenzione, appaiono altre parole. Di conseguenza, abbiamo sfruttato la tecnologia in tutte le sue varianti possibili. Il Museo del Municipio di Bucarest vanta il più variegato patrimonio della Capitale: numismatica, abbigliamento, archeologia, arte. Con tre messaggi al giorno pubblicati sulle reti sociali durante lo stato di emergenza, abbiamo superato un milione di visitatori in un mese e mezzo. E aumentato il numero dei commenti e sono aumentati anche i contati su Instagram e Twitter. Quando abbiamo riaperto, a maggio, il recupero è stato difficile, il calo era stato del 70%, ma poi cè stata una ripresa, siamo saliti al 50% rispetto allanno precedente, anche se la perdita registrata è del 30% rispetto al 2019. Ovviamente la gente ha cominciato ad avere altre preoccupazioni legate alla propria sicurezza, al lavoro, aggiunge Adrian Majuru.
Alla fine abbiamo parlato con il direttore del Museo del Municipio di Bucarest dellofferta virtuale del museo e di quello che si propone per linizio del 2021. Ovviamente, abbiamo un sito con molte sezioni, film delle nostre collezioni che offriamo liberamente, documentari realizzati da noi sui musei, sulle collezioni, uno su Bucarest a cinque puntate, conferenze registrate, trasmesse una volta in diretta. Ci sono circa 40 conferenze, con invitati stranieri, su temi molte interessanti legati alla nostra vita. Quello che andrebbe recuperato è lorganizzazione di vari eventi che ci portavano pubblico non-museale: concerti di musica classica, contemporanea, spettacoli teatrali, oppure altri eventi o idee proposte dalla comunità. Abbiamo mantenuto anche lidea di bando di progetti – cè stato anche questautunno, ma abbiamo ricevuto poche proposte. Abbiamo messo a disposizione gratuitamente lo spazio, quindi abbiamo offerto il nostro sostegno volontario. Parliamo anche di progetti espositivi, però abbiamo avuto richieste solo per workshop e diverse riunioni didattiche. La nostra newsletter, intitolata Bucarest in cinque minuti è inserita nella rivista Il Contemporaneo, si vendono insieme a livello nazionale. E una rivista accademica, non è stato facile fare amicizia, ma è unamicizia reale. Abbiamo ricevuto spazio per i nostri specialisti, aprendo nuove sezioni, di archeologia, arte, antropologia, settori di cui non si occupavano perché puntavano sulla letteratura. Oltre a questo, sul nostro sito web sono disponibili in PDF le nostre riviste di specialità. Il nostro principale obiettivo è di andare di pari passo con quello che desidera la comunità e capire i suoi problemi, conclude il direttore del Museo del Municipio di Bucarest, Adrian Majuru.