Premio speciale Gopo al critico di cinema Magda Mihăilescu
Alla 15/a edizione del Galà dei Premi Gopo, il critico cinematografico Magda Mihăilescu è stata insignita del Premio Speciale per la sua eccezionale carriera nel mondo del cinema.
Corina Sabău, 10.12.2021, 17:25
Alla 15/a edizione del Galà dei Premi Gopo, il critico cinematografico Magda Mihăilescu è stata insignita del Premio Speciale per la sua eccezionale carriera nel mondo del cinema. Laureata in giornalismo presso la Facoltà di Filosofia dell’Università di Bucarest, Magda Mihăilescu è membro dell’Unione Cineasti di Romania e della Federazione Internazionale dei Critici Cinematografici (FIPRESCI). Ha cominciato ad occuparsi di critica cinematografica nel 1964, come titolare della rubrica di cinema della rivista Flacăra, poi del quotidiano Informația Bucureștiului, fino al 1982, quando è stata allontanata dalla stampa. Dopo il 1990 è tornata a scrivere e, dal 1991 al 2005, ha curato la rubrica di cinema del quotidiano Adevărul e si è occupata della pagina di cinema Travelling della rivista Adevărul Literar și Artistic. Nel periodo 2005-2008 ha firmato la rubrica di cinema del giornale Gândul. Dal 2005 è freelancer, pubblicando articoli per il giornale online DCNEWS, sulla rivista online dell’Unione dei Cineasti Aarc e sulla rivista italiana di cinema Otto e mezzo.
Ha debuttato nell’editoria nel 1969, con la monografia di Sophia Loren (casa editrice Meridiane), seguita da ricerche sulla storia del cinema e saggi in volumi collettivi. Ha firmato, accanto ad altri quattro critici europei, il volume Guardare in faccia il male, Lucian Pintilie fra cinema e teatro (Italia, Pesaro, 2004). È autrice dei libri: Aceste Gioconde fără surâs – Convorbiri cu Malvina Urșianu (Queste Gioconde senza sorriso — Conversazioni con Malvina Urșianu, Casa Editrice Curtea Veche, 2006), François Truffaut – Bărbatul care iubea filmele (François Truffaut — L’uomo che amava i film, Editrice Curtea Veche, 2009), Sora mea din Australia – Trecute întâlniri cu Irina Petrescu (La mia sorella dall’Australia — Incontri passati con Irina Petrescu, Casa Editrice dell’Unione dei Cineasti, 2019). Ha coordinato, insieme a Cristina Corciovescu, i volumi Cele mai bune zece filme românești ale tuturor timpurilor (I migliori dieci film romeni di tutti i tempi, Editrice Polirom, 2010) e De la tovarășul Ceaușescu la domnul Lăzărescu (Dal compagno Ceaușescu al signor Lăzărescu, Editrice Polirom, 2011). Nel 2009, dopo la presentazione del volume su François Truffaut, il critico Alex Leo Șerban scriveva sulla rivista Dilema: “Secondo me, il libro di Magda Mihăilescu, François Truffaut — L’uomo che amava i film, è il miglior libro sul cinema mai scritto in lingua romena”.
Abbiamo parlato con Magda Mihăilescu della sua passione per François Truffaut, iniziata con I 400 colpi / Les quatre cents coups, che ha visto poco dopo la prima: “François Truffaut mi ha sconvolta, mi ha impressionata molto in un certo periodo. Ero all’inizio della carriera quando l’ho scoperto. Mi ha colpito molto il modo in cui ha costruito la propria carriera. E mi riferisco alla carriera di uomo di cinema, non solo di cineasta, perché Truffaut — si sa — arriva dalla critica cinematografica, è stato uno dei più furiosi critici francesi, che ha portato una nuova prospettiva nella valutazione del film francese. Mi ha affascinata questo suo passaggio nella sua carriera, dal critico capriccioso, furioso, dal becchino del cinema francese, come è stato definito, a un critico tranquillo, quasi classico, però che, in una maniera sovversiva, ha agitato le acque della modernità. Ha attirato la mia attenzione il modo in cui ha costruito questa carriera di uomo di cinema partendo dalla condizione di critico per arrivare ad essere il più importante cineasta francese del dopoguerra. Non importa se lo accettiamo o meno, è la verità. Forse Jean-Luc Godard ha costruito una scuola, se vogliamo accennare a un personaggio molto più spettacolare del mondo del cinema. Truffaut non ha costruito alcuna scuola, però molti sognano di arrivare a quel traguardo raggiunto da lui. Sono rimasta impressionata dalla complessità della sua condizione. Sebbene non lo abbia conosciuto — ed è stato uno dei paradossi della mia vita, ho conosciuto grandi cineasti, ma non Truffaut — ho saputo da tutto quello che ho letto e sentito dalle persone a lui vicine che era una persona anche molto umana, che è stato un uomo non solo affascinante, ma anche molto generoso. Molti giovani cineasti francesi hanno debuttato con il suo sostegno finanziario, però Truffaut non ha mai accennato a questo. Sono rimasta impressionata dalla complessità di questo cineasta e dal modo in cui ha costruito la sua carriera.”
Lungo la sua carriera, Magda Mihăilescu ha realizzato interviste in esclusiva per la Romania con grandi cineasti come Federico Fellini, Sophia Loren, Ennio Morricone, Andrzej Wajda, Orson Welles, Laurence Harvey, Marco Bellocchio, Claude Lelouch, André Téchiné, Fanny Ardant, Jean-Paul Belmondo, Emir Kusturica. Magda Mihăilescu ci ha raccontato dell’incontro con Federico Fellini: “L’incontro con Federico Fellini è stato un miracolo. Ero a Roma nel periodo in cui lui girava Amarcord nello studio di Cinecittà. E posso dire di aver avuto la fortuna di essere abbastanza giovane e resistente, per il momento in cui ho ricevuto il suo ok per assistere alle riprese. Perché mi era stato detto che nessuno mi può raccomandare a Fellini, mi posso accomodare sul set, Fellini gira giorno e notte e io devo resistere quanto posso, e che, se Fellini mi osserva, verrà a parlare con me. È stato quindi un test di resistenza e, dopo due giorni, Fellini mi si è avvicinato, mi ha chiesto di che cosa mi occupo e per quale motivo mi trovo lì. È andata così e ho partecipato a questa meraviglia, di vedere Fellini al lavoro. È difficile parlare di questo, però quando ho scritto il reportage, dopo le riprese, sono riuscita a dire qualcosa. È difficile parlare di Fellini e di cogliere nelle parole tutto quanto, perché lui giocava, giocava sul set, con le comparse e con tutte le persone che assistevano alle riprese. Girava una scena invernale in piena estate, ovviamente con neve artificiale, ed era venuto col capotto, noi eravamo tutti vestiti d’estate, era a giungo. Ed è venuto a chiedermi come facciamo a resistere, com’è che non sentiamo freddo. Purtroppo, non sono entrata subito nel gioco, non ho finto di avere freddo, per capire che mi rendevo conto che la realtà inventata da Fellini era più forte, in quel momento, della realtà meteorologica. Così era Federico Fellini. Si è detto di lui che fosse un mago e lo è stato davvero. Assistere a quelle riprese è stato, forse, il momento più significativo tra i miei incontri con il miracolo della nascita del cinema.”