Paesaggi della fede, in mostra a Bucarest
Al Museo Nazionale del Contadino di Bucarest è stata inaugurata la mostra I paesaggi della fede di Rodica Marinescu, un periplo attraverso luoghi di culto romeni e italiani.
Gabriela Petre, 13.07.2013, 17:39
L’11 luglio, al Museo Nazionale del Contadino Romeno di Bucarest è stata inaugurata la mostra fotografica “Peisajele credintei” / “I paesaggi della fede” di Rodica Marinescu. Accostamenti molto belli e suggestivi tra luoghi di culto romeni e italiani, le fotografie sono frutto dei ripetuti viaggi di Rodica Marinescu fra Italia e il nord della Moldova, come lei stessa spiega in un messaggio scritto a mano all’ingresso nella generosa sala del Museo del Contadino.
“Negli ultimi sette anni, il ripetuto ritorno in terra italica e soprattutto a Roma, è stato seguito o preceduto, invariabilmente, dal viaggio per i nostri monasteri del nord della Moldova. Di conseguenza, l’idea di una mostra fotografica sotto forma di dialogo è venuta in maniera naturale, come risultato di questo continuo periplo fra Romania e Italia. Nella grande diversità e nelle peculiarità dei paesaggi della fede romeni e italiani, ho trovato anche infinite somiglianze; ho respirato la stessa aria, ho vissuto la stessa atmosfera, avvicinando luci e ombre, colori e ritmi, archi e volte, affreschi e mura macinate dal passare del tempo. Certamente, gli esempi possono continuare e il pubblico è invitato a scoprirli nella mostra o a svelarli in seguito alle proprie esperienze e ai propri sentimenti. Perché in tutto ciò che ci separa, quello che ci lega vale molto di più”, scrive Rodica Marinescu.
Il dialogo fotografico romeno-italiano è accompagnato da sculture contemporanee dell’artista Venus Mateescu, che sembrano completare in maniera tridimensionale le immagini colte dalla macchina fotografica di Rodica Marinescu.
Il direttore del Museo Nazionale del Contadino Romeno, Virgil Nitulescu, presenta a Radio Romania internazionale i biglietti da visita degli artisti.
“Rodica Marinescu e Venus Mateescu sono artisti per vocazione, sono museografi per professione e sono persone innamorate d’Italia, fatto visibile per chiunque venga a visitare la mostra. Rodica va ogni anno in Italia dove tiene dei corsi, soprattutto a Roma, Venus è spesso andato a Venezia, non perde alcuna Biennale, entrambi sono persone per cui veramente l’Italia è la seconda patria. Ed ecco che questa mostra, dedicata al dialogo culturale romeno-italiano, ha trovato due persone, che lavorano insieme al Museo Nazionale del Contadino Romeno, pronte ad offrire una visione fresco sulle relazioni profonde tra i due Paesi e tra le due culture”, spiega Virgil Nitulescu.
Rodica Marinescu ci ha spiegato come è nata l’idea di questa mostra e quella di esporre assieme al collega Venus Mateescu.
“Questa mostra continua una mia iniziativa avviata 6-7 anni addietro, quando l’Istituto Italiano di Cultura ha avuto la generosità e la gentilezza di ospitare le mie prime mostre, dedicate all’Italia e a Roma, posti ai quali mi legano alcuni dei più bei ricordi. Più di 20 anni fa’ mi è successa una cosa straordinaria: mi sono innamorata irrimediabilmente di Roma e, di tanto in tanto, sento il bisogno di condividere con gli altri questo sentimento per la Città eterna. E allora che soluzioni ho? O scrivo su Roma, ma questo richiede più tempo e ispirazione, oppure presento mostre fotografiche, perché devo far vedere almeno una parte delle centinaia e migliaia di fotografie che ho scattato in questi luoghi. Le prime mostre erano dedicate esclusivamente all’Italia e a Roma, poi dopo circa due anni ho pensato di esporre insieme, faccia a faccia, fotografie scattate in Italia e Romania, nel tentativo di trovare possibili somiglianze. Alcune foto erano facilmente accostabili, altre più forzate, perché all’inizio ho scelto dei paesaggi urbani. A volte mettevo assieme pezzi di terra o di cielo, oppure elementi architettonici, piccoli particolari, perché nell’insieme mi era difficile trovare somiglianze tra Bucarest e Roma. Ma dietro tutti questi accostamenti, alcuni forzati, c’era la spiegazione e la mia giustificazione che, infatti, i miei sentimenti per quelli obiettivi erano simili e dunque potevo esporli. Stavolta le cose sono andate in maniera completamente diversa, nel senso che le foto sono venute fuori e si sono abbinate tra di loro senza il minimo sforzo. Negli ultimi anni mi sono recata, a intervalli molto brevi, sia a Punta e ai monasteri circostanti del nord della Moldavia, che a Roma. Ho notato, guardando le foto, che avevo la tendenza di fotografare gli stessi dettagli, le stelle volte, gli stessi archi, le stesse mura macinate dal passare del tempo, le stesse colonne attorcigliate, cercavo gli stessi elementi anche nei monasteri romeni, provavo a coglierli nelle foto senza pensarci. E allora gli accostamenti sono risultati estremamente semplici. Il mio collega, Venus Mateescu, espone proprio all’ultimo momento perché la mostra non era stata pensata in questa forma, l’idea iniziale era solo quella di una mia mostra fotografica. Ma lui, vedendo le mie foto, mi ha invitata nel suo atelier. Quando ho visto le sue opere, mi sono resa conto che era naturale inserirle nella mostra. Non c’è stato più nient’altro da fare che portare anche le sue sculture nella mostra. Tutto è nato da sé. E mi auguro che questi legami così belli nati sulle mura del Museo del Contadino romeno, con questa mostra, scendano in sala fra di noi e soprattutto che possiamo rafforzare e continuare i bei rapporti e i legami che abbiamo avuto e abbiamo con l’Italia, e che esistono anche tra il Museo del Contadino e le istituzioni italiane a Bucarest, l’Istituto Italiano di Cultura e l’Ambasciata d’Italia, con cui ho sempre avuto ottimi rapporti. Ringrazio di cuore l’IIC per la sua particolare generosità con cui ha ospitato le mie mostre e forse anche queste fotografie saranno presentate all’Istituto e altrove”, ha detto l’artista.
Nata a Brasov (centro della Romania), Rodica Marinescu è consulente scientifico e curatore di mostre presso il Museo del Contadino Romeno di Bucarest. Nel 2005 ha conseguito un master in cultura italiana ed interculturalità europea allUniversità di Bucarest, con una tesi su Pietro Cavallini. Nel 2004 ha pubblicato, presso la Casa Editrice Paideia, il libro “Roma — tra diario e fotografia”.
Inoltre ha scritto numerosi articoli in giornali e riviste culturali. All’Istituto Italiano di Cultura ha esposto, nel 2008, la mostra fotografica intitolata “Sentimenti”, nel 2009 fotografie scattate a Roma riunite sotto il titolo “Il fascino di Roma. Periplo fotografico”, mentre nel 2010 la mostar “Sentimenti in dialogo”, che aveva esposto anche allIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia, a novembre 2009.