Mostra dedicata alla canapa al Museo del Contadino Romeno di Bucarest
Al Museo Nazionale del Contadino Romeno di Bucarest è stata inaugurata una mostra inedita, il primo evento pluridisciplinare dedicato alla canapa, una materia prima che collega la tradizione allecologia contemporanea.
Ion Puican, 25.06.2021, 16:17
Al Museo Nazionale del Contadino Romeno (MȚR), di Bucarest, è stata inaugurata una mostra inedita, il primo evento pluridisciplinare dedicato alla canapa, un materiale che collega la tradizione all’ecologia contemporanea. La mostra include arte, installazioni e uno spettacolo con interpreti tradizionali e tessitrici del Maramureş (nord della Romania), ma anche conferenze e dibattiti su temi legati all’economia circolare. L’evento viene a celebrare anche il decimo anniversario della fondazione del brand Patzaichin, sostenuto dall’Associazione Patzaichin, fondata dal famoso canoista romeno Ivan Patzaichin, vincitore di numerose medaglie d’oro e d’argento ai Giochi Olimpici. L’Associazione sostiene lo sviluppo locale nel Delta del Danubio e di altre regioni della Romania.
All’inaugurazione della mostra abbiamo parlato della canapa, una materia prima del tutto speciale, con la direttrice del Museo dei Tessili di Băița (provincia di Hunedoara, nell’ovest della Romania), Florica Zaharia: “E’ una mostra alla quale siamo stati invitati a partecipare dall’Associazione Patzaichin e siamo onorati di essere presenti con oggetti della collezione del Museo dei Tessili — perché la canapa è un materiale altrettanto importante come la lana, infatti, sono i più importanti nella cultura romena, seguiti dal lino. Negli ultimi anni la canapa non è stata più coltivata per vari motivi, ma dovremmo ricominciare a farlo. Perché è una fibra eccezionale, che ci può dare moltissime risorse. Si tratta di due fibre estremamente importanti — la canapa, il lino in certe zone, e più tardi il cotone –utilizzate per realizzarne abiti estivi, o per farne lenzuola e più tardi tovaglie; e la lana, che garantisce il confort nel periodo umido e freddo. La nostra lana è speciale, tutta la lana della zona Balcanico-Carpatica e soprattutto dei Carpazi è una fibra spessa. Se qualcuno indossa una camicia o un indumento di canapa, sono convinta che poi ci penserà due volte prima di acquistare un oggetto fatto di fibre sintetiche. La sua qualità eccezionale aiuta il nostro corpo, ci aiuta a respirare e ci protegge dalle intemperie.”
Florica Zaharia ci ha presentato la collezione di oggetti del Museo dei Tessili esposti al Museo Nazionale del Contadino Romeno: “Uno dei gruppi di oggetti molto importanti è un campionario di fibre e tessuti — che testimonia il processo tecnologico assai complesso di produzione e selezione delle fibre di canapa a seconda della qualità, e che corrispondono a una certa categoria di oggetti: oggetti quotidiani, oggetti per momenti festivi, oggetti utilizzati nella masseria. Presentiamo anche oggetti fatti di canapa, tra cui una camicia dei Monti Apuseni e un’altra della zona Pădureni. Ecco quindi che la cultura della canapa si è diffusa dalla zona montuosa dei Carpazi dappertutto. Abbiamo portato nella mostra anche un gruppo di oggetti molto importanti provenienti dalla cultura giapponese. Li considero importanti perché si tratta della stessa fibra, lavorata con una tecnologia diversa che risponde alle necessità del materiale dei Paesi asiatici. Nel Giappone la tecnica non è quella della filatura, ma è un intreccio delle terminazioni delle fibre — ne risulta una tela che assomiglia al foglio di carta, il filo non ha lo spessore di quello ottenuto in seguito alla filatura. La nostra attività al Museo dei Tessili e ciò che facciamo qui dimostrano la stessa cosa, che cerchiamo sempre di collocare la cultura e i tessili romeni in un contesto globale. Cercando di capire altre culture, riusciamo a capire meglio anche noi stessi”.
All’inaugurazione, abbiamo chiacchierato anche con l’artista internazionale di origine romena Mircea Cantor, che vive a Parigi: “Per me, questa mostra è un omaggio a tutti coloro che con le loro mani e le loro voci hanno portato la memoria ereditata fino al momento presente. Queste tessitrici, questi artigiani del Maramureș, questi cantanti, tramite ciò che hanno ereditato dai loro genitori, nonni e bis-bisnonni, sono riusciti a ricordarci quanto sia importante la tradizione, quanto siano importanti le radici, la conservazione di tutto questo, tramite la loro promozione e la diffusione di questa bellezza, di ciò che risulta dal loro lavoro, dalle loro camice, sculture, canzoni di nozze — di tutte queste cose che, messe insieme, formano un tesoro preziosissimo e che qui, in Romania, abbiamo ancora la chance di avere. Il filo rosso è la canapa, che ognuno ha trattato diversamente nel proprio settore. Mi ha impressionato molto in Patzaichin la cura, l’attenzione e la passione che ha per questa materia, un’arma di resilienza del popolo romeno, potrei dire, perché se guardiamo al passato, i vestiti di canapa erano i vestiti dei contadini, della categoria sociale più svantaggiata. Patzaichin ha contribuito a portarla avanti facendo vedere che di qualcosa molto umile si può fare qualcosa di nobile. E questo è il suo merito, di continuare a lavorare con fabbriche in Romania, con gente dalla Romania e offrire posti di lavoro in Romania, appunto valorizzando questa materia che sembra tornare alla ribalta nell’agricoltura mondiale.
Mircea Cantor, vincitore del prestigioso premio Marcel-Duchamp nel 2011, ci ha parlato anche di come vede il futuro della canapa come materia prima, nella società romena: “Secondo me è una scommessa che possiamo fare qui in Romania, perché abbiamo molti terreni, abbiamo ancora questo savoir-faire, ci sono persone che se ne possono impegnare, servono solo investimenti. Solo che la classe politica si dovrebbe rendere finalmente conto che c’è un potenziale enorme di valorizzazione di questa materia che è la canapa. E, in materia di artigianato, vedete che abbiamo ancora contadine che sanno filare la canapa e che possono anche coltivarla e possiamo incoraggiarle tramite politiche economiche e culturali”.