La fiera internazionale dell’arte MoBU
A fine maggio, a Bucarest, si è svolta la prima edizione della Fiera internazionale dellarte Bucarest - MoBU.
Eugen Cojocariu, 22.06.2023, 12:45
A fine maggio, a Bucarest, all’interno di un’aviorimessa, presso Romaero, si è svolta la prima edizione della “Fiera internazionale dell’arte Bucarest – MoBU”. Vi hanno partecipato più di 30 gallerie d’arte, circa 200 artisti visivi, hanno avuto luogo eventi, presentazioni, workshop, performance e proiezioni. Abbiamo parlato dell’evento con la direttrice della fiera, Demetra Arapu: “Ci sono più di 200 artisti, 30 gallerie, spazi artist-run che si aggiungono ai 30 stand anche di alcuni artisti indipendenti. C’è anche un angolo intitolato “Take off”, una mostra che abbiamo organizzato appositamente per questa prima edizione. È intitolata “Take off”, cioè “Decollo”, perché ci troviamo in un hangar aeronautico. Stiamo lavorando concretamente da un anno. L’idea è nata tempo fa. Ci sono tante cose da fare, e lo spazio è molto ampio, quindi potete immaginare che si tratta di un lavoro assiduo. Ci siamo proposti di organizzarla in un capannone industriale, per avere una grande altezza, luce naturale e libertà di movimento, per poter ospitare molta arte contemporanea con tutti i suoi mezzi espressivi. Ci siamo prefissi sin dall’inizio di fare anche un programma di conferenze e workshop, perciò avevamo bisogno di uno spazio grande. E Romaero è molto adatto. È uno spazio in cui sono stati organizzati prima concerti, feste, quindi ha molto da offrire e può essere popolato in diversi modi.”
Come ha accolto il pubblico questa nuova fiera dell’arte, come si è svolta la sua organizzazione e come si è manifestato l’interesse dei collezionisti, ce lo racconta sempre la direttrice Demetra Arapu: “L’evento è stato accolto come avevo auspicato, mi sono impegnata e ci siamo impegnati personalmente. Ci aspettavamo di ottenere questo risultato e abbiamo avuto ottime reazioni sia da parte del pubblico che da parte dei galleristi con i quali abbiamo fatto amicizia e insieme ai quali penso che abbiamo creato una struttura solida e abbiamo collaborato molto bene. Non ci sono stati incidenti, animosità, discussioni contraddittorie. In linea di massima, è andato tutto bene, sia per quanto riguarda la collaborazione personale, che tra le gallerie e tutto quello che presuppone l’organizzazione di un evento del genere. Abbiamo avuto conferenze e ospiti importanti, tra i quali lo scrittore francese Pascal Bruckner. Se c’è un mercato dei collezionisti o una piattaforma solida, è un discorso più ampio. A mio avviso, c’è un potere d’acquisto, c’è appetito per l’arte contemporanea. Forse c’è anche per un altro tipo di arte, ma la mia specializzazione è l’arte contemporanea, quindi punterò su questo. Dal punto di vista numerico, non saprei cosa dire. Ci sono persone che vogliono comprare per motivi personali, per fare un regalo o per investire. Mi sono state fatte domande varie. L’importante è cominciare. L’idea è che questa è un’opportunità per vedere l’arte contemporanea in diversi modi, in più ambienti, gli artisti sono stati qui, nella loro maggior parte, avete potuto incontrarli agli stand e parlarci. È eccezionale, si tratta di una piattaforma e di networking. Ovviamente, abbiamo visto collezionisti che tutti conosciamo, non staremo adesso ad elencarli, ma è una cosa che mi dà soddisfazione.”
Uno degli eventi più attraenti della fiera è stata la mostra retrospettiva del famoso artista figurativo e scrittore svizzero novantenne, nato in Romania, Daniel Spoerri. L’artista ha inventato la corrente “Eat Art” ed è uno degli iniziatori di “Nouveau Réalisme”, una corrente artistica tramite cui gli oggetti della realtà quotidiana vengono trasformati artisticamente. A proposito della partecipazione del famoso artista alla MoBU, Demetra Arapu ha dichiarato: “La collaborazione con Daniel Spoerri, e con il suo gallerista da una vita, Thomas Levy, proprietario della “Galleria Levy” di Amburgo, ha funzionato sempre così, in modo altrettanto organico come le collaborazioni con i galleristi romeni e stranieri. Abbiamo seguito la via più corretta e comune. Abbiamo semplicemente chiamato, ci siamo prefissi di invitarlo, essendo un artista di origine romena non molto conosciuto qui. Abbiamo portato 120 opere delle serie più importanti che ha creato, come la serie “Sevilla” “Black Series”. È stato molto lusingato. Per l’apertura ci ha inviato anche un video di saluto e incoraggiamento in cui si dice onorato e molto contento perché siamo riusciti a organizzare questa mostra.”
Il critico e storico dell’arte Pavel Șușară ha voluto aggiungere alcune idee a proposito della retrospettiva Daniel Spoerri: “Lui è nato a Galați. È partito quant’era bambino. Aveva 10 anni quando ha lasciato la Romania. È nato in una famiglia di ebrei e i suoi genitori hanno emigrato assieme a lui. Lui ha iniziato una delle più importanti correnti e atteggiamenti che riguardano una realtà grezza, immediata, fermando in qualche modo i momenti comuni, quotidiani, della vita dell’uomo e della collettività. In istantanei che sono diventati in qualche modo testimoni a lungo termine per quanto riguarda la natura umana, nei suoi momenti non esemplari, ma nei momenti comuni. E la sua capacità di cogliere questa realtà tramite ritagli, di istituire un’altra realtà, tramite collage di oggetti e il cambiamento del legame tra elementi, tramite il cambiamento della sintassi, crea anche una nuova morfologia artistica, crea immagini e oggetti assolutamente sorprendenti.”