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La ceramica di Horezu – patrimonio immateriale dell’UNESCO

Nella provincia di Vâlcea (sud della Romania), nella località di Horezu, viene tramandato da centinaia di anni un mestiere elevato al rango di arte tradizionale – la produzione di vasi di ceramica.

La ceramica di Horezu – patrimonio immateriale dell’UNESCO
La ceramica di Horezu – patrimonio immateriale dell’UNESCO

, 25.09.2021, 07:00

Nella provincia di Vâlcea (sud della Romania), nella località di Horezu, viene tramandato da centinaia di anni un mestiere elevato al rango di arte tradizionale — la produzione di vasi di ceramica. Percorrendo le strade serpeggianti sulle colline che salgono dalla località di Horezu, ci si arriva sulla via Olari — dove sono sparse le case-bottega degli artigiani ceramisti della zona. Da una parte e dall’altra della strada il visitatore può ammirare porticati di case strapieni di oggetti di ceramica, recinti decorati, finestre e porte con piatti appesi, vasi e tazze attaccate alle recinzioni — tutto quanto emana colore, allegria ed esibisce una tradizione romena tramandata da una generazione all’altra.



Ci siamo fermati alla bottega dell’artigiano ceramista Mihai Bâscu, Milu per chi lo conosce, per una chiacchierata su questa ceramica particolare e sul modo in cui viene prodotta. Mihai Bâscu ci ha raccontato: Infatti, Horezu è l’unica località romena che vanta due brand UNESCO — la ceramica di Hurez e il Monastero Hurezi. La ceramica di Hurez è assai conosciuta nel mondo, ovviamente anche grazie al fatto che è entrata nel patrimonio immateriale dell’UNESCO, perché abbiamo decorazioni e utensili per realizzarle unici al mondo e parliamo del corno di mucca, della piuma d’oca e di ghiandaia. Il principale simbolo della nostra ceramica è il Gallo di Hurez”, ma ci sono anche, chiamiamoli dei simboli secondari, come l’Albero della vita”, il pesce, il serpente, il sole, la Spirale della vita”, oltre a motivi tradizionali come il ragno o la spirale, la spiga di grano, la coda di pavone, il fiore o il trifoglio. Le decorazioni che facciamo sono un miscuglio tra i motivi tradizionali, tra motivi e simboli, e tra simboli.”



Gli oggetti di ceramica di Horezu sono tra i più variati, da quelli più piccoli a oggetti di grandi dimensioni. Mihai Bâscu ce li ha descritti: La Ceramica di Hurez vuol dire oggetti e soprattutto piatti dalla dimensione di 8 centimetri fino a 40 centimetri. Posso vantarmi in questo caso perché sono stato io negli anni 2000 a produrre una svolta rispetto alla generazione d’oro, quella di mio padre, realizzando gli oggetti più grandi a Horezu, piatti e addirittura ciotole molto grandi per la zuppa. Inoltre, abbiamo le nostre tazze, le tazzine per la grappa, i piatti ad angoli. Abbiamo anche diversificato la produzione, realizzando qualcosa di nuovo, magnetti di ceramica e addirittura anche lavandini.”



Il maestro ceramista Mihai Bâscu ci ha raccontato di come ha imparato il mestiere e dei segreti di questa tradizione: E’ un mestiere che viene tramandato da una generazione all’altra. L’ho imparato sin da piccolo, seguendo anche la vecchia tecnologia, e ho iniziato preparando la l’argilla per mio padre. Allora non c’erano motori elettrici e le vernici venivano preparate mescolando la terra con la mano. L’argilla proviene dalla nostra zona e, di solito, ci vado d’autunno a prenderne per un anno intero. Prendo un bulldozer che scava fino a 2 metri per arrivare all’argilla di qualità, poi assieme ad altre persone la scelgo e la pulisco. La porto a casa pulita, in zolle molto grandi e la lascio fuori per tutto l’inverno, perché il gelo e il disgelo la frantumano. La mescolo bene e la impasto, così diventa facile da modellare. I colori sono tutti naturali e li preparo io stesso dall’argilla. Il bianco, lo scarlatto e il nero sono argille che hanno proprio questi colori, mentre il verde e l’azzurro li preparo io mescolando ossido di rame e caolino (terra bianca) per ottenere il verde, mentre per l’azzurro mescolo cobalto e caolino. Seguono poi le tappe di lavoro: la modellazione, che è la realizzazione della forma dell’oggetto che voglio fare, piatto, ciotola, tazza. La seconda tappa è la decorazione, che è la più spettacolare e importante tappa della nostra tecnologia. L’oggetto viene decorato mentre è ancora fresco, ma duro, perché le vernici essendo a base di argilla, la nuova decorazione penetra nell’oggetto, come la terra che entra nella terra. Poi, siccome il 70-80% dei nostri oggetti vengono appesi alla parete, gratto la parte posteriore, faccio il buco per il gancio e applico il timbro col mio nome. Poi li metto ad asciugare. Quando sono perfettamente asciutti, li metto nel forno per una prima cottura che arriva a 850 gradi e dura circa 8 ore. Il giorno dopo, una volta cavati dal forno, applico lo smalto e li faccio cuocere di nuovo a 1020 gradi. Così si arriva al prodotto finito.”



Prima di salutarci, l’artigiano ceramista Mihai Bâscu ha voluto aggiungere un’informazione tramandata a voce, che aveva saputo da suo padre, legata al principe della Valacchia Constantin Brâncoveanu (1654-1714, canonizzato santo martire, che ha fatto costruire chiese e monasteri e durante il cui regno le arti e la cultura romena hanno conosciuto un periodo di straordinaria fioritura): Mi sono dimenticato di dirvi una cosa molto importante che mi ha detto mio padre: dalle nostre parti la ceramica viene lavorata dai tempi del principe Constantin Brâncoveanu, perché la sua seconda passione dopo la chiesa era la produzione di vasi di ceramica e abbiamo persino uno stile di decorazione detto brâncovenesc.”

Foto: facebook.com/MuzeulMunicipiuluiBucuresti
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