Il Progetto “UncannyOrder”
UncannyOrder, il più nuovo Progetto di ricerca e produzione artistica dellAssociazione Qolony, ha come punto centrale lo strano ordine che si instaura in modo spontaneo e che definiamo sincronicità.
Ion Puican, 01.04.2023, 12:28
“UncannyOrder”, il più nuovo Progetto di ricerca e produzione artistica dell’Associazione “Qolony”, ha come punto centrale lo strano ordine che si instaura in modo spontaneo e che definiamo sincronicità. L’Associazione “Qolony” – Colonia per arte e scienza è un’associazione culturale che funge da aggregatore di una comunità mista di professionisti di varie discipline, artisti contemporanei, ricercatori scientifici, specialisti in varie tecnologie, uniti dalla passione per le pratiche interdisciplinari e per la creatività che esse generano. I progetti dell’associazione riguardano l’importanza delle pratiche collaborative, per stimolare sia la creatività e lo sviluppo personale, che il benessere attuale e futuro della società. Abbiamo parlato del progetto con la responsabile delle pubbliche relazioni culturali Anca Spiridon: “La nostra iniziativa parte dalla teoria del caos, che è spesso descritto come una cosa aleatoria, ma tuttavia sottoposta a delle regole matematiche rigide che derivano da equazioni. La sincronicità è proprio la tendenza organica della natura di organizzarsi, ordinarsi, nonostante l’apparente caos che percepiamo. E quando parliamo di questa sincronicità nella natura, possiamo pensare alle cellule cardiache dei nostri cuori, agli stormi di uccelli che volano in sincronia, in una direzione solo a loro conosciuta, oppure ai comportamenti sociali di gruppo. La posta in gioco dell’iniziativa “Uncanny Order” è di creare una serie di installazioni interattive che usano come fonte di ispirazione dei principi di funzionamento, queste serie di dati associate ai modelli matematici della teoria del caos, che ricreano situazioni di sincronicità. Il design interno della materia, la formazione delle nuvole e delle onde, ma anche rappresentazioni visibili come la grafica digitale, l’immagine generativa o il suono generativo. … L’installazione potrà essere vista dal pubblico dal 16 al 30 giugno presso la Galleria “MV Sci-Art Center” di Timișoara, mentre a luglio sarà ospitata presso la Galleria “Mobius” di Bucarest.”
Chi partecipa a questo progetto? Quali sono gli artisti e i ricercatori impegnati nella realizzazione di “UncannyOrder”? Anca Spiridon: “I tre artisti partecipanti al progetto “UncannyOrder” sono Floriama Cândea, Claudia Chiriță e Cătălin Crețu. Floriama Cândea è un’artista che indaga sull’utilizzo e le potenziali vie di sperimentazione con nuovi tipi di media, come addirittura tessuti o culture biologiche vive come supporto artistico, ma usa anche tecniche fotografiche alternative, mentre i suoi concetti e processi di lavoro usano l’estetica delle immagini scientifiche, fotografie macro modificate, schemi di classificazione visiva e, ovviamente, alcuni strumenti di ricerca scientifica che possono essere convertiti in pratiche artistiche, processi chimici, materiali biocompatibili e così via. Claudia Chiriță è lettrice e ricercatrice di logica matematica e intelligenza artificiale presso la Facoltà di Matematica e Informatica dell’Università di Bucarest, però da 15 anni lavora anche come illustratrice e graphic designer, e i temi di cui le piace parlare sono la sicurezza e la confidenzialità, la vigilanza digitale e la collaborazione ad hoc, per esaminare il rapporto con il patrimonio socialista o per raccontare nuovamente le vite minute dell’antichità. Anche Cătălin Crețu ha una doppia formazione, è ingegnere elettromeccanico, ma anche musicista, con una ricca creazione in cui si ritrovano opere di generi del tutto diversi, dalla musica da camera, corale, opus sinfonici, alla musica elettronica, installazioni, opere multimedia interattive ed è anche ricercatore scientifico presso il Centro di Musica elettro-acustica e Multimedia. Insegna all’Università Nazionale di Musica di Bucarest e, non in ultimo, è direttore esecutivo del Festival di Arti Nuove “InnerSound”. Il progetto presuppone sia ricerca che programmazione e vi partecipano, oltre agli artisti menzionati, anche il programmatore Cristian Balaș e i ricercatori Marian Zamfirescu e Ionuț Andrei Relu. Sono accanto a noi perché la teoria del caos ha numerose applicazioni con cui il pubblico generalista è molto meno familiarizzato. Però queste applicazioni stanno alla base delle tecnologie con cui interagiamo in modo corrente, delle interfacce tra le persone e il computer o l’ambiente digitale, e così ci è molto più facile mostrare al pubblico i modi in cui la sincronicità può essere espressa utilizzando la tecnologia.”
Com’è nata l’iniziativa del progetto? Cosa volete esplorare tramite queste installazioni interattive? La responsabile delle pubbliche relazioni culturali Anca Spiridon risponde: “L’iniziativa ha come punto di partenza la teoria del caos, questa scienza dei sistemi dinamici non-lineari che è capita da noi, esseri umani, spesso come una teoria determinista che ha la logica basata sul paradosso e la ricorsività. Il caos, come dicevo anche all’inizio, descrive strutture e principi complessi del mondo naturale e, sebbene sia spesso descritto come aleatorio, il caos si sottopone ed ha anche delle regole matematiche molte rigide. Perciò noi interpretiamo il caos come qualcosa di molto ordinato, molto organizzato e, tramite le installazioni realizzate nell’ambito del progetto, vogliamo far vedere anche al pubblico largo non solo questa struttura, ma anche il fatto che è possibile interferire con questa struttura. In breve, le installazioni di “UncannyOrder” si propongono di esplorare alcuni modelli matematici dei sistemi dinamici che stanno alla base di questi fenomeni naturali, biologici e fisici, mentre le installazioni artistiche sono interattive e basate su di essi, e guideranno il pubblico attraverso una serie di interazioni con oggetti che ricreano le situazioni di sincronicità. Che si tratti di musica e di come si forma, che si tratti di ritmi cardiaci, di immagini generative, il pubblico potrà interagire con le installazioni in mostra e potrà influire su queste strutture che mettono in ordine il caos, sull’ordine che lo struttura.”
Alla fine della nostra chiacchierata, Anca Spiridon ha voluto precisare: “Nel contesto di colloqui molto recenti e molto polarizzanti sull’argomento uomo versus la macchina, ci piacerebbe che dopo la visita a questa mostra, dopo aver visto queste installazioni interattive, la gente vada via con la conclusione che parliamo piuttosto di uomo accanto all’intelligenza artificiale, alla macchina, anziché di un’antitesi.”