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Il progetto Deco ReMake

Uno sguardo a 360 gradi sulle arti decorative, dal punto di vista dei concetti curatoriali e delle pratiche artistiche contemporanee

Il progetto Deco ReMake
Il progetto Deco ReMake

, 04.11.2022, 07:49

ARCUB (Il Centro Culturale di Bucarest) e lUnione degli Artisti Figurativi della Romania hanno recentemente proposto a chi ama il bello una nuova edizione del progetto “Arte a Bucarest” e il progetto “Deco ReMake” – mostre, workshop, conferenze e masterclass, tutte avendo le arti decorative in primo piano. Uno sguardo a 360 gradi sulle arti decorative, dal punto di vista dei concetti curatoriali e delle pratiche artistiche contemporanee. Il progetto “Deco ReMake” è stato strutturato attorno ad alcune mostre centrali organizzate in diversi spazi della Capitale. Il progetto è nato dal desiderio di educare e familiarizzare il grande pubblico con le tecniche e i processi utilizzati nella creazione di oggetti darte decorativa.



Abbiamo parlato con Dorina Horătău, coordinatrice generale di “Deco ReMake”, della nascita del progetto, delle sue direzioni e della squadra organizzativa: “La nona edizione di “Arte a Bucarest” è dedicata alle arti decorative. Abbiamo cercato dei titoli, e dalla serie che abbiamo proposto, “Deco ReMake” ci è sembrato il nome giusto. “Re-make” vuol dire re-set, cioè un aggiornamento delle arti decorative. In che senso? Le arti più importanti prendono molto in prestito dalle tecniche di base degli artisti decorativi, ma le poggiano su alcuni principi dellarte contemporanea e, soprattutto, su un concetto. Moltissimi artisti che operano nel campo dell’arte decorativa faticano a trovare il coraggio di varcare questa soglia di un messaggio che sia sempre di più ancorato a ciò che sta accadendo. Nelle precedenti edizioni l’arte decorativa era integrata nelle arti maggiori, aveva meno forza. Quando si realizza un progetto, si costruisce, si ottengono dei risultati, cè un impatto sugli altri. Oltre alle mostre, abbiamo voluto organizzare delle presentazioni pubbliche degli artisti che fanno vedere come costruiscono questi oggetti, queste opere e qual è la tecnologia dietro le quinte. Abbiamo alcune ricette. È importante il modo in cui vengono utilizzate tutte le reti e tutte queste forme di materiali e come si collega il messaggio che uno trasmette come artista in una forma che comunica qualcosa e tutto diventa un oggetto con un messaggio. Il più delle volte si cerca e si vede quest’intento di cercare il collegamento con il concettuale e con questo dialogo con il pubblico, cercando di incitare, di problematizzare. Questanno abbiamo lavorato molto bene alla produzione delle mostre insieme a Ana Negoiță, la curatrice generale, a Georgiana Cozma e a Marian Gheorghe. È arrivato il momento che ci sia un dialogo tra quello che sta succedendo con i giovani e gli artisti delle generazioni precedenti”.



La curatrice generale Ana Negoiță ci ha parlato dei concetti e dei criteri artistici che hanno generato “Deco ReMake”: “Ci sono due cose strane in questo progetto, che hanno aspetti positivi e negativi, nel senso che si tratta di un progetto che non è partito da un concetto curatoriale e raccoglie opere attorno a questo concetto, come spesso accade, che è una pratica. Ma è partito da un progetto organizzativo, un progetto che ha riunito la filiale di Arte Decorativa, che significa tessili, vetro, metallo e ceramica, cercando di unire le persone attraverso un discorso da fare. Ecco il ruolo del team curatoriale, perché non ci sono solo io, tutti abbiamo assunto questo ruolo ad un certo punto e c’è stato un dialogo, un lavoro interdisciplinare, perché io propongo un punto di vista teorico, i miei colleghi un punto di vista pratico, dellartista praticante, quindi abbiamo dovuto raccogliere tutti questi oggetti senza avere alcun criterio curatoriale, cosa non facile: fare una mostra senza avere standard curatoriali, a livello concettuale, di modo che messi tutti insieme abbiano un discorso unitario.”



E poi, il filo rosso è stato di andare per ogni spazio e dare un tocco contemporaneo alle arti decorative, perché è molto importante, stiamo ancora faticando per le arti decorative che hanno un carattere statico e allora vanno portate verso installazioni di oggetti e verso strutture interdisciplinari allinterno delle arti decorative, cioè non ci sono più solo tessili o solo oggetti di metallo, le tecniche miste significano un certo sguardo sulloggetto dal punto di vista dellinstallazione e anche della struttura performativa, com’è il video. Questo è molto importante e non è facile fare questo tipo di discorso alle generazioni più anziane”.



Non in ultimo, il presidente dell’Unione degli Artisti Figurativi, Petru Lucaci, ha condiviso con noi alcuni dettagli di questo progetto: “È un progetto che abbiamo avviato molti anni fa e che ha già avuto diverse edizioni che si sono svolte in vari contesti e in diverse località. Stiamo cercando di ampliare la gamma delle nostre preoccupazioni in più ambiti possibili, perché lUnione degli Artisti Figurativi, oltre al fatto che conta più di 6.000 iscritti, ha circa 10 diversi percorsi professionali, dipartimenti che cercano di promuovere la propria immagine e la propria attività. Questa volta abbiamo cercato di dare priorità alle arti decorative, non solo perché questo settore è diventato unimportante area artistica. È un aspetto benvenuto, che rinnova, e che, in fin dei conti, riempie la scena dellarte contemporanea con qualcosa di significativo. Ora la sezione delle arti decorative è impeccabile. Vengono esibite opere significative, ogni opera viene messa in risalto e il rapporto tra le opere è espressivo e interessante, è una sfida. LUnione degli Artisti Figurativi ha un potenziale enorme, ha moltissimi membri, uno più interessante dell’altro. La cosa più difficile è metterli insieme e creare eventi che li appoggino in ogni modo, anche da questa prospettiva curatoriale. È un modello di comportamento. Negli ultimi anni, abbiamo cercato di insistere su questo tipo di discorso visivo. È così che possono articolare uno spazio espositivo di alto livello, di interesse e che lascerà davvero un segno sulla scena dellarte contemporanea in Romania”.

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