Il progetto Art Machine
Ideato da tre artisti contemporanei del Gruppo La Pasticca Rosa, il progetto incoraggia il consumo sano di arte tramite il contatto diretto degli artisti.
Ion Puican, 01.07.2022, 19:11
Come sarebbe un mondo in cui opere di arte contemporanea si potrebbero acquistare da un distributore automatico in una fermata alla metropolitana, oppure nell’atrio di un edificio di uffici o al centro commerciale? Ci possiamo fare un’idea in merito scoprendo il progetto “Art Machine” ideato dai tre artisti contemporanei del Gruppo “La Pasticca Rosa”. Un progetto che incoraggia il consumo sano di arte tramite il contatto diretto degli artisti con un pubblico, attraverso un distributore di opere d’arte.
Abbiamo parlato del progetto con uno dei suoi promotori, l’artista visivo Alexandru Claudiu Maxim: “Art Machine” è una vending machine d’arte, in cui uno trova delle serie limitate di 100 opere piccole realizzate da artisti. Sono opere originali, realizzate a mano, arte vera. Le dimensioni sono quelle di un biglietto da visita e, per 10 lei (circa 2 euro), uno si può procurare un’opera dell’artista che gli piace oppure che vuole scoprire. E’ un concetto di curatela inteso a realizzare un legame tra gli artisti contemporanei e un pubblico interessato a conoscerli. Funziona anche come un catalogo soggettivo, che presentiamo e poi diciamo: secondo noi, questo è ciò che vale la pena di acquistare ora nell’arte. E rappresenta anche un gioco sul collezionismo che noi riteniamo necessario per sviluppare più modi di consumare l’arte. Può essere trovato nella libreria di un centro commerciale di Bucarest.”
Qual è l’idea centrale di curatela del progetto? Come vengono scelte le idee, le opere e gli artisti che arrivano nel distributore di arte contemporanea? “Al momento la curatela complessiva appartiene a Marian Codrea, anche lui artista visivo e scultore. Gli altri membri della “Pasticca Rosa”, cioè Beaver e io, contribuiamo con proposte, però gran parte dei colloqui con gli artisti si svolgono con lui. Posso dirvi che noi cerchiamo artisti coraggiosi, originali, con uno stile speciale, oppure proposte che funzionano molto bene con l’idea di vending machine e di opere in miniatura. In alcuni casi, ci hanno contattati su Instagram persino persone che non considerano sé stesse artisti, ma che hanno avuto idee molto buone e alcune sono persino arrivate nel distributore automatico. Un’idea del genere è quella di Syd Buzoianu, che ci ha proposto durante il lockdown di realizzare una collezione di biglietti aerei verso destinazioni che non erano solo luoghi del presente, ma anche del passato, in diversi periodi culturali, nel futuro, su altri pianeti, in stati di felicità, estasi o in diversi film. Ci è piaciuto molto il concetto e lo abbiamo accettato per la sua originalità.”
Viviamo in un mondo sazio di social media, di materialismo, prodotti, consumerismo. L’abbinamento tra l’essenza del consumerismo — il distributore automatico — e l’arte come espressione di valori culturali e morali è auspicabile? Alexandru Claudiu Maxim: “Nel contesto del consumerismo di oggi, direi che il progetto sia un’alternativa per un consumo sano di arte. E’ un progetto che offre accesso all’arte originale, non a copie che hanno già portato alla sovrasaturazione. Sebbene “Art Machine” sfrutti questa presentazione di consumo, in essenza punta su un materialismo nel senso di amore e di rispetto per l’oggetto, sulla sua cura e protezione, in quanto unico. Per chi vive in città è impossibile sfuggire al consumerismo, secondo me, e la lotta per l’attenzione del pubblico è intensa. Noi consideriamo che questo progetto debba creare delle comunità d’arte e di appassionati dell’arte. Prendiamo di mira persone curiose e aperte, che sono forse interessate all’arte contemporanea, ma non sanno da dove cominciare, perché a volte quest’ambiente è opaco. “Art Machine” può essere una specie di gateway per loro. A marzo 2019 è apparso il primo prototipo di “Art Machine”, nell’ambito della mostra “La Pasticca Rosa – The Resolution Will Be Supervised”, all’Atelier 030202, spazio coordinato da Mihai Zgondoiu. E’ stata tra le prime mostre a Bucarest del gruppo “La Pasticca Rosa”. Sei mesi dopo, a settembre 2019, all”Art Safari”, alla mostra di arte super-contemporanea “Young Blood, Art of Your Time”, curata da Mihai Zgondoiu, “Art Machine” era già un oggetto d’arte funzionale, con apparecchiatura professionale. Le opere che distribuiva allora costavano 1 leu, 5, 10 o 50 (tra circa 20 euro centesimi e 10 euro), a seconda della scelta dei visitatori. Abbiamo lasciato a loro la decisione di stabilire quanto vale l’arte contemporanea. Non c’era alcuna differenza tra le opere che ricevevano, ma solo la loro percezione sul valore. Delle 700 opere che abbiamo messo in vendita solo noi, “La Pasticca Rosa”, non è rimasta più nessuna già dal primo giorno. In questo modo, noi tre siamo diventati il distributore automatico d’arte che produceva opere tutto il giorno. L’idea è stata così buona, che anche altri artisti si sono offerti di darci una mano e persino gente comune, visitatori di “Art Safari”, che si sono fermati per una chiacchierata e un disegno nel bar del cortile. In dieci giorni siamo riusciti a vendere tre mila opere e a rimanere senza idee. Dall’agosto 2020, “Art Machine” cambia traiettoria e torna nel presente con l’idea di sviluppare una comunità per proporre una nuova modalità di consumo dell’arte contemporanea. Il numero degli artisti impegnati nel nostro progetto è in continua crescita. Inizialmente abbiamo lavorato con artisti figurativi e grafici per sostenere quest’idea di arte originale. Potrei accennare a Pisica Pătrată, Obert, Teodora Gavrilă o Irina Iliescu, ma abbiamo collaborato anche con fotografi o registi.”
Alla fine della nostra chiacchierata, l’artista Alexandru Claudiu Maxim ha condiviso con noi l’opinione dei creatori sul futuro del progetto: “Noi vediamo questo progetto svilupparsi anche in altre città, principalmente in quelle in cui ci sono università: Cluj, Timișoara o Iași. Andando avanti con l’idea di creare delle comunità, altre “Art Machine”, il progetto andrebbe curato da persone che conoscono il luogo assieme agli artisti che vivono in quei luoghi. Abbiamo in piano anche di costruire un nuovo distributore in grado di offrire opere più grandi di una cartolina postale.”