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Il Palazzo Mogosoaia, tra passato e presente

Sito a circa 15 km dalla capitale Bucarest, il Palazzo Mogosoaia fu fatto erigere da Constantin Brancoveanu, principe della Valacchia dal 1688 al 1714, giustiziato dai turchi a Istanbul assieme ai suoi 4 figli

Il Palazzo Mogosoaia, tra passato e presente
Il Palazzo Mogosoaia, tra passato e presente

, 10.06.2014, 20:53

Sito a circa 15 km dalla capitale Bucarest, il Palazzo Mogosoaia reca il nome della vedova del boiardo Mogos, sul terreno della quale è stato fatto erigere da Constantin Brancoveanu (1654-1714), principe della Valacchia dal 1688 al 1714, giustiziato dai turchi a Istanbul assieme ai suoi 4 figli. Nel 2014, a 300 anni dal martirio di Constantin Brancoveanu, la sua salma è stata deseppellita e collocata nella Chiesa San Giorgio Novello di Bucarest.



Nipote del principe Serban Cantacuzino, Brancoveanu aveva ereditato un patrimonio enorme e, durante il suo regno, la Valacchia conobbe un periodo di massima fioritura culturale e sviluppo della vita spirituale. Numerose sono le chiese fatte erigere dal principe e a lui fu intitolato anche lo stile architettonico che caratterizzava gli edifici risalenti a quell’epoca, il cosiddetto stile brancovenesc”, oppure romeno rinascimentale, che abbinava elementi veneziani e ottomani. Nello stesso stile era stato costruito anche il Palazzo di Mogosoaia e un altro palazzo di Brancoveanu, sito nel villaggio di Potlogi (in provincia di Dambovita, sud della Romania).



La costruzione dell’edificio fu ultimata il 20 settembre 1702, come menzionato nell’iscrizione collocata sul lato orientale del palazzo. Dopo il 1714 e la morte di Brâncoveanu i patrimoni della famiglia vennero confiscati dagli ottomani e il palazzo trasformato in locanda. Riscattato dal principe Stefan Cantacuzino, il palazzo fu ereditato da un nipote di Brancoveanu e rimase proprietà della famiglia fino all’inizio del XIXesimo secolo.



La storia del complesso fu una molto travagliata: il palazzo fu devastato durante la guerra russo-turca degli anni 1768-1774, perché nel conflitto il nipote di Brancoveanu si era affiancato ai russi. Venne distrutto di nuovo nel 1821 quando l’ultimo erede di Brancoveanu, Grigore, scappò a Brasov, lasciando l’edificio in mano ai panduri”, i soldati di Tudor Vladimirescu, leader della rivoluzione del 1821. Dopo la morte di Grigore, nel 1832, il palazzo rimase in eredità a sua figlia adottiva, Zoe Mavrocordat, che ulteriormente sposò il principe Gheorghe Bibescu, che ristrutturò il palazzo negli anni 1860–1880. Nel 1911, Maria-Nicole Darvari vendette il palazzo a suo cugino George-Valentin Bibescu, il quale lo donò come regalo di nozze a sua moglie Martha che, dal 1912, si impegno nel restauro dell’edificio. Durante il periodo dell’occupazione tedesca di Bucarest e del sud della Romania, nella prima guerra mondiale, la principessa Martha Bibescu rimase nella capitale, occupandosi dell’ospedale della regina Maria e abitando per un certo periodo proprio nel palazzo di Mogosoaia. Dopo il 1920, tornata nel Paese dopo essere stata accusata di aver collaborato con le truppe tedesche, Martha Bibescu riprese i lavori di ristrutturazione del palazzo, inaugurandolo di nuovo nel 1927. Durante la seconda guerra mondiale, il palazzo funse da luogo di incontro per i diplomatici alleati essendo affittato per qualche mese alla legazione svizzera in Romania.



Dopo il 6 marzo 1945, cominciò una nuova tappa nella storia travagliata del bellissimo edificio. Il terreno e tutti gli edifici furono nazionalizzati dal governo comunista, Martha Bibescu riuscendo però a convincere le autorità a dichiarare il Palazzo monumento storico. La principessa partì all’estero a settembre 1945, lasciando il palazzo alla figlia Valentina e a suo marito, Dimitrie Ghika-Comanesti, ma le pressioni del regime comunista culminarono con l’arresto di Valentina e di suo marito e, fino al 1957, con la distruzione dell’edificio e delle sue collezioni. Molte opere d’arte andarono rubate o perse e nel 1957 il palazzo diventò sede della sezione feudale del Museo Nazionale d’Arte e nel 1977 vi furono avviati lavori di restauro.



Attualmente il Palazzo Mogosoaia ospita il Museo di Arte Brancoveneasca ed è un’importante attrattiva turistica. Vi si possono ammirare la torre della porta del palazzo, la cucina risalente all’epoca di Brancoveanu, la cosiddetta cuhnia”, le serre costruite dopo il 1890 da architetti francesi o la chiesa intitolata a San Giorgio, situata fuori dalle mura del complesso. Spicca dal punto di vista architettonico il Palazzo brancovenesc, in cui si trovavano anche gli appartamenti del principe, con la facciata che da’ sul lago, con una loggia di ispirazione veneziana a tre arcate. La capella Gheorghe Bibescu, costruita dopo il 1880 custodisce le tombe della famiglia Bibescu, e dei principi Mihai e George Basarab-Brâncoveanu, aviatori morti durante la seconda guerra mondiale. Le serre sono ancora oggi utilizzate per la coltivazione dei fiori e come atelier di educazione artistica per bambini. La chiesa San Giorgio, fatta costruire da Constantin Brâncoveanu e ultimata nel 1688, poco prima che diventasse principe, custodisce la tomba di George-Valentin Bibescu e un quadro votivo raffigurante Constantin Brâncoveanu e i suoi quattro figli.



Attualmente Il Centro Culturale i Palazzi Brancovenesti ospita mostre, concerti, conferenze, spettacoli di teatro e vari workshop per bambini. Una delle recenti manifestazioni culturali ospitate dal Palazzo di Mogosoaia è stata la terza edizione di Mogosoaia ClassicFest, organizzata dal Comune di Bucarest tramite il Centro Culturale i Palazzi Brancovenesti, l’Associazione Pro Valores e Radio Romania Culturale. Nell’ultimo weekend del Festival, il 25 maggio, la nota pianista Ilinca Dumitrescu ha proposto al pubblico un recital inedito, intitolato “La musica ai tempi di Galileo Galilei”, in occasione del 450esimo della nascita del grande scienziato italiano. Per la sua carriera artistica, Ilinca Dumitrescu è stata insignita nel 2005 del titolo “Commendatore dell’Ordine della Stella della Solidarietà Italiana”.

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