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Il film “Ana, mon amour”, vincitore dell’Orso d’Argento al miglior contributo tecnico alla Berlinale

Il cinema romeno vanta un nuovo premio: L'Orso d'Argento al miglior contributo tecnico per il montaggio del film Ana, mon amour, assegnato alla romena Dana Bunescu.

Il film “Ana, mon amour”, vincitore dell’Orso d’Argento al miglior contributo tecnico alla Berlinale
Il film “Ana, mon amour”, vincitore dell’Orso d’Argento al miglior contributo tecnico alla Berlinale

, 21.02.2017, 15:48

Il cinema romeno vanta un nuovo premio: LOrso dArgento al miglior contributo tecnico per il montaggio del film “Ana, mon amour”, assegnato alla romena Dana Bunescu. La pellicola è stata proiettata nel concorso ufficiale della 67esima edizione del prestigioso festival, del 9-19 febbraio. Il film, tratto dal romanzo “Luminiţa, mon amour” di Cezar Paul Bădescu, giungerà nei cinema romeni dal 3 marzo, a breve tempo dopo la prima internazionale. Dopo aver vinto “LOrso dOro” con “La posizione del bambino” (“Childs pose”), il regista Călin Peter Netzer torna sul grande schermo con una pellicola che studia la dinamica delle più importanti relazioni nella vita di una persona.



“Ana, mon amour” è lanalisi di una storia damore, unincursione atipica che coglie i più tesi e delicati momenti nellevoluzione di una coppia. La sceneggiatura è firmata da Călin Peter Netzer, Cezar Paul Bădescu e Iulia Lumânare. “È il film di Netzer, che è solo partito dal mio romanzo”, ha sottolineato però Cezar Paul-Bădescu. Gli abbiamo chiesto qual è stata la sua percezione dopo averlo visto.



“È strano, perchè, sebbene sapessi cosa succede nel film, sono stato stupito dopo averlo visto. Del resto, è un film che lavora nello spettatore. Lo invita a indagare su s stesso, scendere in se stesso, molto molto profondamente. Il film racconta una storia diversa da quella nel romanzo. Il regista Călin Peter Netzer ha scelto un altro approccio, ha scelto di seguire unaltra cosa, diversa da quella seguita da me nel romanzo. È vero, la base è la stessa. In breve, una relazione amorosa in cui esiste un ingrediente che la rende speciale, ossia una malattia nervosa. E questa malattia, anche se è una abbastanza leggera, influisce sulla relazione tra i due. Non si tratta di una trasposizione cinematografica del romanzo, la sceneggiatura e il film solo partono dal mio romanzo. Quando ho scritto la sceneggiatura, Călin Peter Netzer ha scelto alcune scene del mio libro che ha poi trasformato in scenggiatura e poi, assieme, abbiamo sviluppato una serie di storie che non si ritrovano nel romanzo e che sono soprattutto le storie di Călin.”



Nota al pubblico per i suoi ruoli nella pellicola “Ricordi dallEpoca dOro – 2” e nelle serie televisive “Con un passo in avanti” e “Una settimana pazza”, lattrice Diana Cavallioti si trova alla sua prima collaborazione con il regista Călin Peter Netzer.



“È stata unesperienza che mi ha scosso. Si, le riprese sono durate molto, le prove sono durate anche esse abbastanza, circa tre mesi, e sono state cosi intense che le abbiamo sentite pienamente. Ana, mon amour mi ha occupato metà anno, dalla mattina alla sera, sette giorni su sette. Costruire un simile ruolo significa metterti in delle situazioni abbastanza difficili. E soprattutto il modo in cui ho lavorato col regista Călin Peter Netzer, e tutte le cose che ho fatto per questo film, andare dallo psicanalista, ad esempio. Ci sono state cose che mi hanno fatto uscire dalla zona di comfort in cui vivevo. Credo, in fin dei conti, che questo film sia riuscito – e lha fatto bene – a scuotere il nostro intero comfort”.



Assieme a Diana Cavallioti e Mircea Postelnicu, in “Ana, mon amour” recitano anche Adrian Titieni, Vlad Ivanov, Carmen Tănase, Vasile Muraru, Tania Popa e Igor Caras Romanov. Con la sua prestazione nel film “Ana, mon amour” lattore Mircea Postelnicu recita il suo primo ruolo in un lungometraggio.



“Ho avuto solo da guadagnare da questa esperienza e soprattutto dal tema affrontato da Călin e il modo in cui lha affrontato. Anche per me è stato un incontro fortunato, sia lincontro con Călin, con Iulia, con Diana, che questo argomento in sè. Per me ha significato moltissimo e mi sono resa conto che mi ha aperto delle valvole che erano chiuse da tempo, parlo di tutto ciò che riguarda la parte psicanalitica del film. Se dovessi fare un riassunto della storia, direi che si tratta di una relazione un pò malsana e patologica perchè basata moltissimo su proiezioni, pensieri, che sia Ana, che Toma alimentano, costruendo su fondamenta malsane il loro legame. Si tratta di una specie di ricerca dellequilibrio perso da parte di ambo i personaggi e del ritorno alla base di questa relazione e alla verità dietro questa relazione. E, in una certa misura, questa storia diventa anche per noi una ricerca di se stessi, una ricerca… in noi stessi. Si tratta di una ricerca e una strada imboccata dai due personaggi e di come arriva ciascuno a delle risposte e allequilibrio”.



“Ana, mon amour” è il quarto lungometraggio di Călin Peter Netzer, che ha firmato anche la regia dei film: “Maria” (2003), premiato al prestigioso Festival di Locarno, “Medaglia donore ” (2009), vincitore del Premio Silver Alexander a Salonicco e della “Posizione del bambino ” (2013), che nel periodo in cui fu lanciato detenne il record per il maggiore successo di box office degli ultimi 15 anni. “Ana, mon amour” è una produzione Parada Film in co-produzione con la tedesca Augenschein Filmproduktion e la francese Sophie Dulac Productions. (traduzione di Adina Vasile)




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