Il Festival Internazionale del Film di Ballo di Bucarest
Bucarest ha ospitato, dal 7 - 10 settembre, la terza edizione del Festival Internazionale del Film di Ballo.
Luana Pleşea, 06.10.2017, 08:00
Per gettare le basi di unindustria creativa del film di ballo, tre anni fa è nato il Bucharest International Dance Film, ossia il Festival Internazionale del Film di Ballo, evento che è riuscito rapidamente ad attirare un pubblico numeroso. La promotrice del festival è Simona Deaconescu, coreografa, ma anche realizzatrice di film di ballo.
“Tutta questa storia è iniziata dal fatto che io realizzo film di ballo. Ne ho fatti alcuni che hanno riscosso grande successo ai festival internazionali. Cè uno che continua a riscuotere successo. Essendo ospite di questi festival, mi sono resa conto che comunità straordinaria cè a queste manifestazioni. Uno ha loccasione di vedere cose nuove, i film sono molto diversi tra di essi e il pubblico folto. Mi aspettavo che questi fossero festival di nicchia, ma sono giunta in sale da cinema con centinaia, quasi mille spettatori. Un pubblico già fedele, appassionato, una specie di fan di questo genere cinematografico. Mi è sembrato molto interessante e ho detto che sicuramente è possible fare la stessa cosa in Romania, perchè il nostro pubblico è molto curioso. Finchè cè curiosità, anche noi, come industria creativa, possiamo offrire prodotti che la soddisfino”, spiega Simona Deaconescu.
“The Age of the Strange” è il concetto allinsegna del quale il festival ha racchiuso, questanno, alla terza edizione, una serie di eventi che propongono un ritorno alla naturalezza. 35 cortometraggi, di cui 20 nel concorso internazionale, 7 nel concorso romeno e 8 nella serie “Midnight Specials”, una mostra darte visiva, performance e laboratori.
“Ci troviamo in unepoca piena di suspence, unepoca in cui uno sente il pericolo, anche se non si manifesta, forse, accanto a lui. Uno si sente costantemente minacciato, in uno modo o in un altro. A volte, ho persino limpressione che viviamo una specie di paranoia. Abbiamo cercato di costruire lattuale edizione intorno a questa contraddizione: come riesce ancora il corpo a restare naturale, vuole ancora restare naturale in questepoca oppure sceglie di alterarsi o si altera senza volerlo e resta intrapopolato in questo contesto?”, racconta la direttrice artistica del festival.
20 film da 14 Paesi sono stati selezionati tra oltre 300 per il concorso internazionale.”Abbiamo avuto dei film che parlano di un corpo politico… Ad esempio, “2-28″, che ha vinto una menzione speciale e che parla delleffetto della ditattura del generale Chang in Taiwan. Abbiamo avuto film che parlano del concetto di libertà applicato in Israele, film che che parlano della situazione e dei diritti della donna in Irlanda… Ossia ci sono stati dei film che hanno trattato chiaramente certi problemi della società contemporanea o che hanno attirato lattenzione. Ci sono stati film che come proposta artistica affrontavano lidea di sistema – cosa significa un sistema. Ma, daltra parte, abbiamo presentato anche film che parlano di ciò che significa la danza in una società, qual è il suo potere, cosa può cambiare, film su persone con personalità forti, eventi inediti o sperimenti estetici, in cui ci è sembrato che si faccia innovazione nel genere del film di ballo tramite lapproccio artistico dei creatori”, spiega Simona Deaconescu.
La più audace proposta per ledizione 2017 del Festival Internazionale del Film di Ballo è stato il lancio di un concorso nazionale, crede Simona Deaconescu.
“Ci siamo resi conto che forse non ci sono necessariamente moltissimi film romeni di ballo adesso, ma, se noi lanciamo una call rivolta soprattutto ai creatori romeni, forse diamo un impulso alla comunità artistica affinchè realizzi simili film. Cerchiamo film di ballo che abbiano unidea forte, che propongano un linguaggio interessante. Incoraggiamo i coreografi romeni a collaborare forse con i registi o ad assumersi il ruolo di registi e realizzare film di ballo. Abbiamo selezionato 7 film, molto diversi come stile e proposta, e come approccio cinematografico, ma anche coreografico. È interessante che il premio al Miglior film romeno sia stato vinto dal film “Golden Boi”, realizzato da due coreografe molto giovani. Tutti i membri della giuria lhanno votato e la spiegazione è stata che si tratta di qualcosa di nuovo, di fresco, qualcosa che forse non è perfetto, ma non si è mai visto prima, si sente che ci possa essere qualcosa di innovativo. È un film con corpi imperfetti, collocati in uno spazio imperfetto. Ma anche gli altri film sono stati molto ben integrati nel contesto. Mi sembra che sia un precedente e che ci saranno film di ballo in Romania nel futuro”, ha precisato Simona Deaconescu.
I due lungometraggi invitati al festival, sebbene diversi come genere, hanno riempito il cinema. “La Danseuse/La Danzatrice”, lungmetraggio di finzione, con la regia di Stéphanie Di Giusto, ha avuto la prima nel 2016 al Festival Internazionale del Cinema di Cannes, alla sezione “Un certain regard”. La pellicola racconta la storia di Loïe Fuller, una viziata degli spettacoli di cabaret di Folies Bergère (Parigi) allinizio del XXesimo secolo e fonte di ispirazione per Toulouse-Lautrec, ma anche per i fratelli Lumière. Il secondo lungometraggio proiettato, “Wim”, è realizzato da Lut Vandekeybus, sorella del celebre performer, coreografo e regista Wim Vandekeybus. Partendo dagli spettacoli, dalle prove, dalle interviste e dagli archivi di famiglia, Lut esplora la creatività irrequieta di suo fratello.
La terza edizione del Bucharest International Dance Film Festival si è svolta dal 7 – 10 settembre presso il Cinema “Elvira Popescu” di Bucarest, il Museo Nazionale di Arte Contemporanea, il Centro Nazionale della Danza di Bucarest e in spazi non convenzionali. (traduzione di Adina Vasile)