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Il documentario PROFU’ di Alex Brendea, nei cinema

Con la regia di Alex Brendea, PROFU' racconta la storia di Dorin Ioniță, un insegnante di matematica di Bistrița che lascia il sistema convenzionale di insegnamento e apre una classe di lezioni private nel proprio appartamento.

Il documentario PROFU’ di Alex Brendea, nei cinema
Il documentario PROFU’ di Alex Brendea, nei cinema

, 20.11.2020, 19:17

Con la regia di Alex Brendea, PROFU racconta la storia di Dorin Ioniță, un insegnante di matematica di Bistrița che lascia il sistema convenzionale di insegnamento e apre una classe di lezioni private nel proprio appartamento. Il suo sogno è di avere una scuola che non sia parte del tradizionale sistema d’insegnamento, ma un luogo libero dalla tirannide dei metodi didattici convenzionali. La pellicola è stata insignita del Premio al miglior documentario dell’Europa Centrale ed Orientale alla sezione “Between the Seas” del Festival Internazionale del Film Documentario di Jihlava (Rep. Ceca) 2019 e del Premio al migliore film della competizione all’Astra Film Festival 2019. La prima doveva avere luogo inizialmente a maggio, ma è stata rinviata a causa della pandemia. Tuttavia, prima della prima proiezione in Romania, PROFU ha beneficiato di alcune proiezioni con pubblico al Centro Ceco di New York, nell’ambito della terza edizione del showcase “Jihlava International Documentary Festival” e al TIFF, dove sono stati venduti tutti i biglietti alle proiezioni. I partecipanti alle proiezioni del film nelle sale di cinema hanno avuto l’occasione di incontrare Dorin Ioniță, il carismatico insegnante del film PROFU nelle sessioni di Q & A.



Alex Brendea ci ha raccontato com’è andata la prima proiezione del film a Bistrița, la città del “prof”: “E’ andata molto bene, perché almeno a Cluj e a Bistrița, eravamo a casa, per dire così. Al cinema di Bistrița, erano state annunciate inizialmente due proiezioni, ma dopo sono aumentate. Ad esempio, in un giorno ci doveva essere una sola proiezione del film e alla fine ne sono state fatte tre, e successivamente chi gestisce le sale di cinema ha deciso, su richiesta del pubblico, di offrire altri tre giorni di proiezioni. E’ stata una sorpresa molto piacevole, perché il film è arrivato a essere proiettato in entrambi i cinema di Bistrița e molta gente è andata a vederlo. Un’altra cosa che mi ha dato grande gioia è stata che molti insegnanti hanno voluto vedere il film assieme ai loro alunni. Mi ha fatto molto piacere perché si tratta di un film documentario, un genere piuttosto di nicchia. Però, sembra che, nel caso di questo documentario, sia il personaggio sia l’argomento abbiano attecchito al pubblico. Perché si parla molto in questo momento d’istruzione e del modo in cui funziona il sistema di insegnamento in Romania, ci sono molte scontentezze tra gli alunni in merito alle cose che non funzionano. Molti genitori sono venuti da me dopo la proiezione, genitori scontenti del sistema d’insegnamento in Romania, persone che vorrebbero che ci fossero più insegnanti come Dorin Ioniță. Sono state reazioni molto belle. Ho incontrato anche professori che, dopo la proiezione del film, mi hanno parlato dei loro progetti innovativi oppure originali d’insegnamento e mi hanno raccontato che non riescono a metterli in pratica a causa della burocrazia o della mancanza d’interesse. Una di queste professoresse insegna geografia e voleva costruire una piattaforma virtuale in cui poter spiegare agli alunni le forme di rilievo utilizzando la grafica 3D, un’idea che mi è sembrata ottima. Mentre a Cluj ho incontrato un professore che mi ha detto che, con questo documentario, sono riuscito a far vedere un’alternativa all’attuale sistema di istruzione, è stato molto contento di aver visto il film, gli è piaciuto molto e lo ha ispirato. Con questo film, ho voluto, in primo luogo, tirare un segnale d’allarme e cercare di ispirare anche altri docenti, esortarli a seguire i propri sogni o il desiderio di fare qualcosa di buono per i ragazzi.”



Alex Brendea vanta una ricca esperienza come direttore della fotografia ed è del parere che il genere documentario offra maggiore libertà del film di finzione: “In un certo modo, il documentario ha bisogno di questa libertà perché non ha alle spalle una sceneggiatura, quindi uno non sa che quadro o che tipo di luce avrà nella prossima sequenza. E questa è una sfida per me, perché devo trovare soluzioni e rispondere rapidamente alle rispettive situazioni. In qualche modo, il documentario t’impegna un po’ di più durante le riprese però, rispetto al film di finzione, non richiede altrettanti preparativi. Nel caso dei film di finzione, tutti gli sforzi di trovare il miglior quadro e la migliore luce avvengono prima, e alle riprese si va con i compiti già fatti a casa. Nel caso del documentario, bisogna essere più liberi per trovare soluzioni sul posto.”



Uno dei premi di cui è stato insignito il film PROFU è stato quello al migliore documentario dell’Europa Centrale ed Orientale nella sezione “Between the Seas” del Festival Internazionale del Film Documentario di Jihlava. Questa è stata la motivazione della giuria: “E’ un film importante che deve essere visto nel mondo. Un docente di matematica lavora al margine di un sistema d’insegnamento che ha fallito, diventando il mentore di un gruppo di alunni. Grazie alla sua dedizione all’insegnamento, questi giovani imparano la più importante lezione nella vita: bisogna «innamorarsi tragicamente di tutto quello che uno fa». Per la celebrazione della non-convenzionalità, per abbracciare il disordine, l’immaginazione e la passione per l’insegnamento, il premio Between the Seas va al Prof.”

Foto: mnir.ro
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