„Il colportore di fumetti, al Goethe Institut”
Durante il lockdown, molti progetti culturali si sono svolti online.
Monica Chiorpec, 26.06.2020, 20:07
Durante il lockdown, i progetti culturali si sono trasferiti online. La stessa cosa è successa anche con le manifestazioni culturali del “Goethe Institut” di Bucarest che ha offerto al pubblico, in partenariato con l’Associazione “Jumătatea plină” (“La metà piena”), un evento intitolato “Il colportore di fumetti“. Particolari da Octav Avramescu, presidente dell’associazione “La metà piena”: “In questi tempi un po’ cambiati in cui viviamo, dovevano svolgersi anche alcuni saloni di fumetti e si dovevano pubblicare alcuni libri. Sarebbe stata portata avanti in questo modo un’attività non molto intensa, ma interessante, nel campo dei fumetti. Le cose stando così, abbiamo pensato assieme al “Goethe Institut” di fare un progetto online, selezionando 20 artisti romeni, giovani e non solo, che condividessero con noi le loro esperienze del periodo di lockdown.”
Mihai Ionuț Grăjdeanu è uno dei 20 artisti romeni che hanno accettato la sfida proposta dai promotori del progetto. In che cosa è consistito il suo intervento nel “Colportore di fumetti”? Ce lo ha raccontato lui stesso: “Ho avuto a disposizione solo una cartella, una pagina in cui ho disegnato e introdotto le mie impressioni a proposito di questa situazione. Lo stile di vita di un artista, in generale freelancer, che lavora da casa, non è molto diverso da molti aspetti imposti dall’ordinanza, come il periodo d’isolamento. Ad esempio, quando si lavora a un progetto di fumetti, che si tratti di una graphic novel o di un album di fumetti, c’è sempre un periodo di concentrazione e di rigorosità autoimposta, che può durare da tre a sei mesi, per portare a compimento con successo un gran numero di pagine di fumetti.”
Per un fumettista di Romania, gli eventi culturali si succedono con una certa regolarità lungo l’anno. La situazione del tutto speciale degli ultimi mesi ha spostato online anche tutti i progetti di arti visive, quindi Mihai Ionuț Grăjdeanu è stato costretto ad adattarsi al nuovo contesto, come la maggior parte degli artisti: “Io mi occupo da qualche tempo, da sette anni, di allestimento di mostre di fumetti, personali o per altri autori e le organizzo presso i musei con cui collaboro, mi occupo delle inaugurazioni e, soprattutto, insegno fumetti nelle scuole pubbliche e private. Durante il lockdown, mi sono adattato e ho fatto workshop online con i ragazzi e persino mostre virtuali di fumetti. Ho sviluppato diversi progetti digitali, proprio a marzo ho presentato un nuovo numero della rivista “BD Historia, fumetti storici”, con lancio e ordinazioni online.”
I fumetti sono più che semplici disegni inseriti in quadri successivi. Mihai Ionuț Grăjdeanu spiega le funzioni di questo tipo di arte: “I fumetti ideati e disegnati da me assomigliano al piano catastale di un’abitazione, disegnato su una pagina, in cui le pareti diventano i riquadri dei fumetti. Si vede anche un po’ di quello che c’è fuori, sulla strada. Così ho scelto di fare la composizione della pagina, ho introdotto, nel testo, più messaggi e informazioni. Questo tipo di fumetto fa parte di vari generi. È un fumetto d’ispirazione storica, perché questa pagina coglie un momento reale, mondiale, del nostro tempo. È allo stesso tempo anche una pagina disegnata umoristica, perché ho introdotto alcuni dialoghi satirici.”
Oltre a questo, non vanno dimenticate la funzione sociale e quella educativa delle opere proposte nel “Colportore di fumetti”. Anzi, Mihai Ionuț Grăjdeanu le considera persino potenziali materiali di ricerca sui racconti di vita del periodo di lockdown: “In futuro, possono diventare persino documenti grafici di riferimento, perché introducono un periodo di tempo, che appare illustrato e può diventare un riferimento per la documentazione di vari periodi. Ovviamente, ci sono anche web comics, fumetti online, che si possono leggere sull’iPad o sul telefonino.”
Il maggiore vantaggio di questo tipo di arte visiva è l’accessibilità per il pubblico largo. Come pure la storia concentrata su una sola tavola da disegno. Octav Avramescu racconta: “I fumetti possono essere divertenti, ma non necessariamente. Non sono vignette o una semplice gag, ma raccontano una storia. È una forma di rappresentazione, un modo di raccontare una storia. Gli autori hanno raccontato, tramite le immagini, storie semplici, che noi tutti riconosciamo. E circolano leggermente, come un’immagine.”
L’evento “Il colportore di fumetti” proposto dal “Goethe Institut” di Bucarest continuerà anche quest’autunno, diventando una collaborazione con artisti tedeschi. Octav Avramescu: È stato un periodo di re-calibrazione, non solo in una direzione riflessiva, ma anche dal punto di vista dei progetti proposti, perché le costrizioni sono benefiche per gli artisti o gli operatori culturali. Le costrizioni hanno una buona influenza nell’arte. Ci sono molte idee alle quali abbiamo lavorato e che saranno realizzate. Questo progetto non si ferma qui. I 20 autori che partecipano al “Colportore di fumetti” organizzeranno anche una mostra, in autunno, quando le misure di restrizioni saranno allentate.”
Tra gli altri artisti che hanno contribuito al progetto online “Il colportore di fumetti” si annoverano anche Mircea Pop, Giorge Roman, Ileana Surducan, Maria Surducan, Octavian Curoșu, Timotei Drob, Xenia Pamfil, Cristian Dârstar e Octav Ungureanu.