Horia, il debutto di Ana-Maria Comănescu nel lungometraggio
Il film di debutto della regista Ana-Maria Comănescu nel lungometraggio è arrivato di recente sui grandi schermi in Romania. “Horia” ha avuto la prima mondiale a novembre 2023, al Festival del Cinema Black Nights di Tallinn. Il pubblico romeno lo ha visto in anteprima nazionale al festival Les Films de Cannes à Bucarest.
Corina Sabău, 04.05.2024, 07:00
“Horia”, il debutto nel lungometraggio della regista Ana-Maria Comănescu, è arrivato di recente sui grandi schermi in Romania. “Horia” ha avuto la prima mondiale a novembre 2023, al Festival del Cinema Black Nights di Tallinn. Il pubblico romeno lo ha visto in anteprima nazionale al festival Les Films de Cannes à Bucarest, presentato in competizione nella sezione Le Anteprime dell’Autunno, dove ha vinto il Premio del Pubblico. Un road movie e coming of age allo stesso tempo, con una sceneggiatura scritta da Ana-Maria Comănescu, il film racconta la storia della maturizzazione di Horia, un adolescente diciottenne di un villaggio romeno, innamorato di una ragazza che vive nell’altra parte del Paese. Dopo una lite con suo padre, Horia agisce impulsivamente e scappa di casa con la vecchia moto di suo padre. Lungo la strada incontra Stela, una ragazza intelligente e i due si vedono costretti dalle circostanze a viaggiare insieme e a superare tutta una serie di ostacoli. Prima di “Horia”, Ana-Maria Comănescu ha realizzato tre cortometraggi (In the House, Te mai uiți și la om – Ogni tanto guardi anche l’uomo e Pipa, sexul și omleta – La pipa, il sesso e l’omelette ), ottenendo diversi premi e selezioni a festival studenteschi e internazionali e due nomination ai Premi Gopo.
Con ogni film, ha cercato di superare la propria zona di confort e di assumersi dei rischi. Così anche con Horia, film in cui ha scelto per i ruoli protagonisti Vladimir Țeca e Angelina Pavel, due attori debuttanti che attraversano il Paese con una moto Mobra fabbricata nella Romania degli anni 70. Ana-Maria Comănescu: “Ho realizzato un road movie anche durante gli anni di facoltà, però in quel film i personaggi giravano in macchina, non in moto, perciò è stato un po’ più facile dal punto di vista tecnico. Mi piace questo modo di girare il film, quando sei sempre in moto e ti sposti da un luogo all’altro. E’ complicato, è vero, ma allo stesso tempo è anche qualcosa di memorabile, rimani con un ricordo pazzesco, ma piacevole. Ho sempre desiderato debuttare con un road movie. E’ uno dei miei generi preferiti ed è sempre un piacere giocare con un genere che esiste già nel cinema, perché lo puoi condire con tutta una serie di elementi di altri generi. Perciò inizialmente sono partita da quest’idea, di fare un road movie. Poi ho pensato alla trasformazione di Horia, il protagonista, durante il suo viaggio. Perché è ovvio che all’inizio Horia agisce in un modo meno maturo che verso la fine. Questo viaggio, che dura al massimo una settimana, riesce a farlo crescere. Anche questo aspetto della storia mi è sembrato interessante da esplorare: il fatto che Horia esce per la prima volta dal suo villaggio sito in una zona della Dobrugea, pensando che questo viaggio fosse uno breve, al massimo di un giorno. Però il suo viaggio è uno iniziatico, un viaggio che arriva ad essere più lungo e più complicato di quanto avesse anticipato. E’ un’altra cosa importante è che, una volta uscito dal suo villaggio, Horia scopre il mondo per la prima volta. Quello che ho voluto è che noi, spettatori, lo scoprissimo assieme a lui, lo accompagnassimo in qualche modo in questo viaggio così importante per lui. Come ho detto anche altre volte, il film ricorre anche alla nostalgia e credo che attraverso Horia possiamo rivivere anche noi quel periodo in cui siamo passati dall’adolescenza alla maturità. Credo che la maggior parte di noi abbia ricorso a gesti pazzeschi nell’adolescenza, che molti di noi abbiano rischiato quando si sono innamorati e abbiano sperato che il loro amore fosse condiviso. Mi sembra che la storia di Horia sia una storia con la quale molti di noi si possano identificare.”
Ana-Maria Comănescu, sceneggiatrice e regista del film “Horia”, ci ha raccontato come ha scelto i due attori che interpretano i ruoli protagonisti – Vladimir Țeca e Angelina Pavel – è come ha costruito la relazione tra i personaggi: “Ho lavorato per molti anni alla sceneggiatura, l’ho studiata attentamente e così è diventato chiaro per me che la relazione tra Horia e Stela è, infatti, il nucleo del film. E’ la relazione con Stela ad aiutare Horia a trasformarsi e a percorrere tutta questa strada iniziatica. Perciò è stato importante per la storia che tra i due ci fossero delle differenze, che fossero in qualche modo complementari. Mentre Horia è un personaggio introvertito e ansioso, spaventato dal mondo circostante, Stela è l’opposto. Stela è molto aperta, flessibile, ha la qualità di adattarsi a ogni situazione. E credo che ognuno dei personaggi impari qualcosa dall’altro. Inoltre, mi sono prefissa di non cadere della trappola di un soggetto romantico. Per questo ho scelto che la differenza di età tra Horia e Stela fosse tuttavia significativa. E una ragazza di tredici anni, com’è Stela, può essere il più delle volte più matura rispetto a un ragazzo di diciotto anni, l’età di Horia.”
Liviu Cheloiu, Daniela Nane, Mihaela Velicu, Dragoș Olaru e Robert Onofrei completano il cast del film “Horia”. Il film è stato girato in zone spettacolari della Romania, che il pubblico avrà l’occasione di scoprire da una nuova prospettiva.