Eventi culturali a inizio settembre
Il Festival Balkanik a Bucarest / La Notte della Letteratura Europea / Incontro a Venezia con lo scrittore romeno Filip Florian / “La Romania in cinema. Il cinema in Romania a Roma
Gabriela Petre, 07.09.2016, 07:00
Dal 9 all’11 settembre si svolge a Bucarest Balkanik Festival che vede partecipare, tra altri gruppi, anche il quintetto Actores Alidos, con il progetto musicale intitolato “Galanìas”, che in Sardegna vuol dire cose belle e preziose. E’ infatti alla preziosità culturale del canto delle donne sarde che il quintetto, guidato da Valeria Pilia, dedica il suo progetto musicale, un progetto che nasce dalla passione, dall’impegno di ricerca e dal rispetto della tradizione. Lo speciale repertorio di canti delle donne sarde, presentati dal quinteto vocale femminile di Actores Alidos, porterà il pubblico fra tradizione e nuove sonorità. Il canto della donna, apprezzato per la sua bellezza armonica e interpretativa e soprattutto per il ruolo sociale prezioso che ricopriva nella comunità, accompagna tutte le fasi della vita, dalla nascita alla morte. Le donne sarde non cantavano per esigenza di esibizione, ma per profonde necessità: cullare il sonno dei bambini, celebrare i riti religiosi, proteggere dalle malattie, accompagnare i morti nel loro ultimo viaggio, ma anche per dare ritmo ai loro lavori, scacciare la paura della solitudine, divertire i bimbi, evocare amori appassionati e alleggerire il loro lavoro quotidiano con versi scherzosi. Gli arrangiamenti polifonici di Valeria Pilia, sono eseguiti a cappella dalle cinque voci e talvolta vengono impreziositi dalle sonorità di vari strumenti tradizionali o di semplici oggetti di lavoro domestico.§Il primo CD registrato nel 2005 da Actores Alidos, prodotto da Finesterre, ha riscosso grande successo sui palcoscenici internazionali ed è stato bene accolto dalla stampa europea. Il concerto “Canti delle Donne Sarde” è stato presentato nell’ambito del prestigioso World Music Festival, in oltre 20 Paesi ed è stato insignito di premi nazionali e internazionali.
Il 9 settembre a Bucarest si svolge la Notte della Letteratura Europea, un evento organizzato dalla rete degli Istituti Culturali Nazionali dellEuropa (EUNIC), proposto ogni anno in più di 70 città di tutto il mondo. Alla libreria Carturesti Verona, l’Istituto Italiano di Cultura e la Fondazione Culturale Greca presentano la conferenza in italiano del neoellenista Maurizio De Rosa “La letteratura greca: ieri e oggi” (con traduzione in romeno); la proiezione dei ritratti fotografici di 201 scrittori greci contemporanei, realizzati dal fotografo italiano Giovanni Giovannetti, una lettura di racconti dal volume “Notte di festa e altri racconti” di Cesare Pavese a cura di Mara Chiriţescu e la proiezione del film “Le amiche” (regia Michelangelo Antonioni, 1955, Leone dArgento a Venezia), tratto dal romanzo “Tra donne sole”, di Cesare Pavese.
Lo scrittore romeno Filip Florian si è incontrato con i suoi lettori il 5 settembre presso lIstituto Romeno di Cultura e Ricerca Umanistica di Venezia. E’ stato introdotto dalla dottoranda Cristina Gogianu, borsista Nicolae Iorga dellIstituto, che ha tenuto anche la conferenza: “I giorni del re – una storia letteraria di Carlo I di Hohenzollern”. La serata letteraria si è conclusa con la lettura di alcuni frammenti dellopera dello scrittore, tradotti in italiano da Maria Luisa Lombardo.
Filip Florian è nato a Bucarest nel 1968. Il suo primo romanzo, “Degete mici” (Polirom, 2005) tradotto in italiano da Maria Luisa Lombardo, è stato pubblicato dalleditrice Fazi con il titolo “Dita mignole”. E’ seguito, nel 2006, il romanzo “Baiuteii – I ragazzi di viale Băiuţ”, scritto a quattro mani insieme al fratello, Matei Florian e, a distanza di due anni, “Zilele regelui – I giorni del re”, insignito del premio «Manuscriptum» del Museo Nazionale della Letteratura Romena. Lultimo romanzo, “Toate bufnitele – Tutti i gufi”, è stato pubblicato nel 2012. I libri di Filip Florian sono tradotti in più lingue tra cui: inglese, tedesco, spagnolo, italiano, ungherese, slovacco, polacco, bulgaro, norvegese, sloveno, arabo, turco.
Nel periodo 1-3 settembre si è svolto a Roma l’evento intitolato “La Romania in cinema. Il cinema in Romania”, dedicato al dialogo tra la Romania e l’Italia attraverso il cinema, una finestra aperta sul mondo per conoscere ad apprezzare la diversità come valore. La rassegna rappresenta l’ultima tappa del Romania Film Festival 2016 ed è parte dell’evento “Effetto Notte”, che si svolge d’estate presso la Casa del Cinema, a Villa Borghese. Nelle tre serate, il Festival ha colto i legami simbolici e spirituali fra Italia e Romania, un vero e proprio dialogo artistico fra i due Paesi. Ad organizzarlo è stata l’Associazione romeno-italiana ProCultura — RoArte, con il sostegno di istituzioni importanti di entrambi i Paesi, tra cui il Dipartimento per i Romeni nel Mondo del MAE romeno, l’Ambasciata di Romania in Italia, il Comune di Roma, l’Accademia di Romania, Regione Lazio, l’Università Roma Tre e l’Università di Napoli LOrientale”.
Il Festival ha debuttato il 1 settembre, con una proiezione speciale dedicata ai romeni che vivono lontano dalla patria e agli italiani appassionati delle tradizioni romene. E’ stato proiettato, per la prima volta in Italia, un documentario realizzato dall’agenzia nazionale di stampa Agerpres, uno dei partner media del Festival, ed è stata inaugurata anche una mostra fotografica dell’Archivio storico Agerpres, con immagini inedite della Bucarest interbellica, ma anche del periodo postbellico. Si tratta di materiali di patrimonio, tra cui foto di Maria Tănase che canta sul fronte di fronte ai soldati nel 1942, dell’attore Constantin Tănase che interpreta un ruolo per i soldati romeni del fronte orientale, sempre nel 1942, immagini di un villaggio della Moldavia devastato dalla siccità dell’estate 1946, immagini della Rivoluzione del 1989. Tante di queste foto non erano state ancora pubblicate.
Inoltre, il Festival ha recato un omaggio allo scultore Constantin Brâncuşi, a 140 anni dalla nascita: il 2 settembre sono stati proiettati due film sulla vita dell’artista: il documentario “Constantin Brancusi — la Colonna oppure la Lezione sull’infinito” del regista Laurentiu Damian e il lungometraggio “Brâncuşi dall’eternità, di Adrian Popovici, che coglie aspetti dell’amicizia e della collaborazione fra lo scultore romeno e il pittore italiano Amedeo Modigliani.
Nell’ambito del Festival si è svolto anche il debutto nella regia dell’artista romena Kristina Cepraga: è stato proiettato il suo cortometraggio “Tamara Echelon” con protagonisti nomi importanti del cinema romeno tra cui Camelia Zorlescu, Carmen Tănase e Dan Condurache. Kristina Cepraga si è lanciata come attrice in Italia, ma è tornata in Romania per girare la prima pellicola come regista.
Il 3 settembre, invece, è stato proiettato il documentario “L’ultima sfida”, realizzato da Sante Paolacci su Fabio Barone, che, nel 2015, è entrato nel Guinness dei Primati dopo aver attraversato il Transfăgărășan con una Ferrari 458 in 913″442. Il pubblico ha potuto interagire con il regista del documentario, Sante Paolacci, ma anche con Fabio Barone, entrambi invitati alla proiezione. Durante la serata, la Ferrari con la quale è stato toccato il record ha potuto essere ammirata di fronte alla Casa del Cinema. E sempre la sera del 3, gli appassionati del nuovo cinema romeno hanno potuto vedere le pellicole “Loverboy” di Cătălin Mitulescu e “Aferim!” di Radu Jude, proiettate per la prima volta in Italia. “Loverboy”, selezionato a Cannes alla sezione “Un certain regard”, presenta la storia di Luca, un ragazzo che seduce ragazze in Romania per costringerle poi a prostituirsi in Paesi come Italia o Spagna. Il film è basato su fatti reali e porta in dibattito un argomento di attualità legato agli aspetti drammatici della migrazione illegale. Il lungometraggio “Aferim!” di Radu Jude, premiato di recente a Locarno, ha vinto l’anno scorso l’Orso d’Argento alla Berlinale. Si tratta di un film che parla delle mentalità e che ha registrato un record di spettatori in Romania.