Da Mayer a Preziosi. Lo spazio romeno visto da artisti viaggiatori
Il Museo Nazionale di Storia della Romania (MNIR) presenta fino alla fine di ottobre la mostra "Da Mayer a Preziosi. Lo spazio romeno visto da artisti viaggiatori".
Ion Puican, 02.09.2024, 09:14
Creazioni di artisti stranieri che hanno viaggiato nelle terre romene nel corso della storia, che ci hanno capito, simpatizzato e che hanno messo su carta aspetti diversi nei loro paesaggi, nelle scene e nei costumi, osservati con interesse e curiosità, hanno promosso all’epoca il popolo, la cultura e lo spazio romeno. Il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, Cornel Ilie, ci offre maggiori dettagli.
“Non crediamo sia necessario argomentare troppo l’importanza dei viaggiatori stranieri per conoscere il passato dello spazio romeno. Le loro testimonianze sono fondamentali per creare un’immagine quanto più completa e obiettiva delle vicende accadute in questi luoghi nel corso dei secoli, ma anche delle persone, del rilievo, dei villaggi, delle città, degli edifici, dei monumenti e così via. Naturalmente, oltre alle testimonianze scritte, consideriamo molto importanti anche le creazioni degli artisti stranieri, quegli artisti viaggiatori che, come diceva il grande critico d’arte George Oprescu, ci servivano da veri propagandisti in un’epoca in cui le amicizie erano rare e inaffidabili”, spiega il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, svelando anche quali tipologie di lavori possiamo trovare in questa mostra.
“Si tratta di una serie di opere realizzate da questi artisti viaggiatori, cromolitografie, litografie, incisioni, disegni fatti da coloro che sono indicati proprio nel titolo della mostra – Luigi Mayer e Preziosi, ma anche di altri importanti artisti francesi, tedeschi, austriaci, italiani. Questi artisti itineranti hanno fatto una vera propaganda positiva allo spazio romeno. Grazie a loro, l’Occidente è arrivato a conoscere meglio questa parte dell’Europa, una zona sconosciuta, esotica per molti. Attraverso queste opere è stato possibile presentare agli stranieri i costumi tradizionali romeni, le usanze, l’architettura, i tipi sociali di questa parte del mondo. Quindi, con l’aiuto di questi artisti viaggiatori, è stato possibile presentare un’immagine interessante, un’immagine benevola dello spazio romeno, della gente che lo abitava nei primi 6-7 decenni del XIX secolo”, spiega ancora il nostro ospite.
Luigi Mayer (1755-1803) si annoverò tra i più importanti pittori dell’Impero Ottomano della fine del XVIII secolo e delle sue influenze. Cornel Ilie ci racconta di più sulle sue opere presenti in mostra.
“Luigi Mayer, artista italiano di origine ebraica, può essere considerato uno dei più importanti artisti stranieri che viaggiarono nello spazio romeno alla fine del XVIII secolo e all’inizio del XIX secolo. Nelle sue opere, colse luoghi e monumenti dell’Asia, dell’Africa, dell’Europa, ma anche della Valacchia, quando – richiamato in patria, essendo al servizio dell’ambasciatore della Gran Bretagna presso l’Impero Ottomano – arrivò anche da queste parti d’Europa. I disegni di Luigi Mayer rappresentano la testimonianza più importante del passaggio dell’ambasciatore britannico Robert Ensley attraverso la Valacchia. Ci sono diverse incisioni che colgono lo spazio romeno: “Veduta su Olt”, “Pitești”, “La Chiesa e il Monastero della Vergine Maria”. Le diverse vedute di Bucarest molto ben fatte, molto interessanti, offrono dettagli particolari su alcuni paesaggi e monumenti, ma anche su alcuni tipi sociali nel periodo a cui abbiamo fatto riferimento”, conclude il vicedirettore del Museo Nazionale di Storia della Romania, Cornel Ilie.