Caleido, festival multiculturale di arti performative
Il Festival di arti performative Caleido, giunto alla quarta edizione, si è svolto nel periodo 21-25 maggio e ha incluso 20 produzioni indipendenti di teatro, danza e spettacolo
Corina Sabău, 18.06.2021, 21:21
Il Festival di arti performative Caleido, giunto alla quarta edizione, si è svolto nel periodo 21-25 maggio e ha incluso 20 produzioni indipendenti di teatro, danza e performance, sette essendo produzioni proprie e quattro presentate per la prima volta. La quarta edizione del festival si è prefissa di ampliare il dialogo interdisciplinare, interculturale ed interetnico nella serie Caleido Talks. Si è trattato di colloqui sotto forma di podcast che hanno trattato il tema del festival: la società vista multilateralmente, tramite il filtro degli stereotipi, delle relazioni, delle donne, delle comunità e della storia recente. Quest’anno, il direttore artistico del festival è stata Andreea Novac, artista indipendente, coreografa e performer: “E’ la prima edizione in cui sono coinvolta da questa prospettiva, in veste di persona incaricata della selezione artistica. Le precedenti edizioni si sono svolte secondo la stessa direzione della diversità e della multiculturalità e — a quanto abbia capito dai promotori iniziali e dagli organizzatori — il festival è stato avviato per soddisfare un bisogno. Il bisogno di portare insieme, nello stesso spazio e contesto, spettacoli estremamente diversi. E mi riferisco sia alla tematica, che alla modalità estetica e al discorso. Come dicevo, l’idea è stata di presentare questi spettacoli nello stesso luogo, di modo che il pubblico possa creare connessioni e osservare i fenomeni seguiti dagli artisti e avere più prospettive sulla stessa cosa. Io sono coreografa, e nel 2019 il Festival Caleido ha prodotto uno spettacolo che ho realizzato assieme all’attore István Téglás. E siccome agli organizzatori del festival di due anni fa è piaciuto il nostro spettacolo, mi hanno proposto per l’attuale edizione di sviluppare l’evento nel campo della danza e dello spettacolo. Ho accettato perché mi è piaciuta l’idea, soprattutto perché secondo me gli spettacoli non devono essere specializzate, esclusivamente di danza oppure di teatro. Io ritengo che uno spettacolo possa essere un mix di arti e, da questo punto di vista, Caleido è stato proprio la piattaforma di cui avevo bisogno, una piattaforma che mi ha aiutata a sviluppare le mie opzioni.”
Andreea Novac, direttore artistico del festival, ci ha presentato anche le quattro produzioni del festival Caleido, un evento che si è proposto di tirare un segnale d’allarme sulla situazione incerta e instabile del teatro indipendente e delle arti dello spettacolo in generale: “Ho lavorato anche con proposte degli organizzatori e per l’attuale edizione abbiamo lanciato due open calls, due bandi. Uno per spettacoli da invitare nel festival e un altro per spettacoli da produrre durante il festival, un aspetto molto importante per Caleido. Nel 2020, Caleido ha prodotto quattro spettacoli, il che è parecchio per un festival, soprattutto in un anno così difficile come il 2020, mentre quest’anno sono state presentate le prime degli spettacoli. Per quanto riguarda i bandi, mi sono augurata moltissimo che ci arrivassero e che includessimo nel festival anche spettacoli proposti da altre città oltre a Bucarest. Ci sono molti artisti indipendenti in Romania, con proposte molto forti e volevo molto conoscere le loro intenzioni e, per quanto mi sia stato possibile, portarli nel festival e produrre assieme questi quattro spettacoli. Per farla breve, ho dato mano libera a Paul Duncă/Paula Dunker, attivista del gruppo queer, che ha creato un’equipe con cui ha realizzato lo spettacolo intitolato “Adorazione della Performance Radicale. Si tratta di uno spettacolo sul movimento Voguing (un tipo di danza praticato sui palcoscenici di ballroom dance di Harlem negli anni 80). A quanto io sappia, è tra i pochi spettacoli in Romania che trattano questo fenomeno e lo fa in maniera profonda, seguendo più livelli. C’è un livello personale, ma c’è nello spettacolo anche molta informazione sulla cultura Voguing, che non è molto conosciuta nel nostro Paese. Ancora di più vale la pena di vedere lo spettacolo per questa dimensione educativa molto accentuata, è uno spettacolo che ti riempie di energie, molto bello dal punto di vista visivo e molto accessibile al pubblico. L’attuale edizione del Festival Caleido ha presentato anche “Bildungswoman”, con la regia di Elenei Morar, uno spettacolo scelto tra i progetti candidati. “Bildungswoman” è uno spettacolo molto bello e con molta sostanza, che parla di donne e di crescere. Non vorrei chiamarlo un manifesto femminista, ma ovviamente ha una dimensione femminista molto accentuata. Un’altra produzione del Festival Caleido è stata “Signorina Giulia”, con la regia di Andreea e Andrei Grosu. “Signorina Giulia” è un testo scritto alla fine del secolo XIX, però molto attuale. Mentre l’ultima produzione Caleido è stata Libretto Impostura, con la regia Matei Lucaci-Grünberg, la seconda parte di una trilogia. Uno spettacolo che parla con umorismo e ironia, ma in un modo molto sano, nel senso che mantiene le distanze, dell’impostura.”