Arte religiosa in mostra al Museo Nazionale di Storia della Romania
Arte religiosa. Forma. Contenuto. Senso è il titolo della mostra ospitata dal Museo Nazionale di Storia della Romania (MNIR) da fine novembre 2023 a gennaio 2024, aperta in collaborazione con il Monastero di Stavropoleos.
Ion Puican, 07.01.2024, 16:00
Arte religiosa. Forma. Contenuto. Senso è il titolo della mostra ospitata dal Museo Nazionale di Storia della Romania (MNIR) da fine novembre 2023 a gennaio 2024, aperta in collaborazione con il Monastero di Stavropoleos, antico luogo di culto nel centro storico di Bucarest. L’esposizione presenta al pubblico una preziosa selezione di oggetti religiosi: tessuti, argenti, libri di culto – provenienti dal patrimonio del Museo, alcuni dei quali esposti per la prima volta. La curatrice della mostra, Irina Ene, museografa presso la Sezione Archeologica del Museo, ha offerto maggiori dettagli a Radio Romania Internazionale.
Nel Medioevo, la chiesa costituiva un riferimento principale e per questo venne creato un culto complesso, sviluppato che aveva il ruolo di educare attraverso le immagini. Considerando che la stragrande maggioranza delle persone non era alfabetizzata, il ruolo delle immagini è primario. Per questo motivo abbiamo pensato di lavorare anche con le immagini, cercando di spiegare il loro ruolo nella fede ortodossa. Per questo abbiamo cercato di riprendere un’iconostasi che corrispondesse ad un certo momento storico. Ci siamo fermati a Stavropoleos, un antico centro monastico nel centro di Bucarest. Un Medioevo religioso, temi iconografici cristiani presenti su oggetti di culto. Abbiamo raggruppato i temi iconografici sull’iconostasi del Monastero di Stavropoleos in soli sei temi: l’Annunciazione, Cristo Pantocratore, icone raffiguranti i santi patroni e protettori di un luogo di culto, la Resurrezione e la Discesa agli Inferi, nonchè le Festività più importanti dell’anno liturgico, spiega Irina Ene.
Come vengono rappresentati i temi proposti dalla mostra d’arte sacra? Se dovessimo cominciare dall’inizio, l’Annunciazione rappresenta il tema iconografico riflesso sulla Porta Santa, in qualsiasi luogo di culto ortodosso. Abbiamo in mostra le Porte Reali del XVII secolo. Possiamo trovare l’Annunciazione anche su un trittico dello spatharios Ioan Cantacuzino del XVIII secolo. Per il tema Cristo Pantocratore, abbiamo due grandi icone reali, sempre settecentesche. Purtroppo, non conosciamo la loro provenienza. Per i Santi Protettori e Patroni, abbiamo preferito San Giorgio, considerando che abbiamo uno straordinario ricamo donato dal principe Stefano il Grande al Monastero di Zografou sul Monte Athos, un ricamo liturgico di culto il cui valore è inestimabile. Il tema iconografico della Resurrezione e della Discesa agli Inferi è preferito per le coperte dei libri religiosi, manoscritti o stampati. E, andando ancora oltre, per quanto riguarda le Festività più importanti dell’anno liturgico, se ne trovano sui paramenti sacerdotali. L’epitrachelion più antico esposto in mostra, e penso che sia il più antico conservato, risale all’epoca di Alessandro il Buono, che lo donò al Monastero di Bistrita, aggiunge la nostra ospite.
La mostra presenta anche icone ritrovate nello spazio laico. Abbiamo cercato di uscire dallo spazio religioso, proprio per evidenziare un sentimento religioso esistente nel Medioevo e che viene portato dentro le mura domestiche, con l’icona della casa. Questo fenomeno certamente esisteva, soprattutto in tempi difficili, e la gente portava a casa un po’ della chiesa, quando non poteva assistere alle messe. Abbiamo icone su vetro e icone su legno. L’idea è che queste icone, che risalgono all’inizio dell’Ottocento e persino del Novecento, sono molto preziose, soprattutto perché la maggior parte proviene dal noto centro di Şcheii Brașovului e hanno la loro importanza sia come icone domestiche, sia come icone dell’inizio della modernità, conclude la curatrice della mostra, Irina Ene, museografa presso la Sezione Archeologica del Museo Nazionale di Storia della Romania.