A Sassari studente, in Romania poeta
Alla Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania dal 19 al 23 novembre, il giovane Daniel D. Marin ha presentato la sua raccolta di “Poeme cu ochelari/Poesie con gli occhiali.
Iuliana Sima Anghel, 04.12.2014, 09:30
Alla Fiera Internazionale del Libro Gaudeamus, organizzata da Radio Romania dal 19 al 23 novembre, il giovane Daniel D. Marin ha presentato la sua raccolta di “Poeme cu ochelari/Poesie con gli occhiali”.
L’autore, di nazionalità romena, si è trasferito in Sardegna nel 2012, e attualmente studia presso l’Università di Sassari, come precisa lui stesso in un comunicato.
Le poesie del volume sono state scritte in Sardegna, ma “è molto probabile che io le abbia viste attraverso gli occhiali di qualcuno che abita qui”, ha detto il poeta alla presentazione.
L’esperienza interculturale dello “sdoppiamento”, che talvolta nei suoi scritti tocca le sponde del fantasy, impegna da lungo tempo il giovane autore che, dopo aver molto viaggiato in America ed Europa, sta ancora cercando il proprio posto al mondo.
Riportiamo i versi di due delle sue poesie.
“Il ragazzo con gli occhiali e il muro”
uff, che tempo cupo e piovoso!
il ragazzo con gli occhiali dalle spesse lenti di vetro
guarda dalla finestra e le gocce
sono troppo grosse e fitte. sono grandi
quanto un uovo d’anatra e compatte quanto le tarme nel letto della nonna.
di uscire di casa non gli passa per la testa.
con il dito medio solleva gli occhiali sul naso
e se ne sta in piedi davanti al muro
che pian piano prende colore
e dischiude al centro una bocca spaventosa
dai denti d’acciaio. il ragazzo con gli occhiali trema
dalla paura, ma a occhi chiusi infila un braccio.
il muro lo serra amichevole. poi,
gli parla in modo altrettanto amichevole.
il ragazzo lo ascolta senza contraddirlo,
ma prende lo straccio e glielo infila dritto nella bocca feroce
dai denti d’acciaio. il muro soffoca.
fuori piove a gocce grandi quanto un uovo d’anatra,
mentre il ragazzo con gli occhiali dalle spesse lenti
di vetro se ne sta solo soletto in casa,
a fissare il muro bianco-intonaco davanti a lui.
“L’indifferenziato”
Cerco di essere me stesso.
Non mi viene.
Prendo in prestito voci, figure,
a volte anche pensieri.
Senza chiedere permesso. Non so più
dove comincio io e dove cominciano gli altri.
Nella mia testa
la non differenziazione va fuori di testa.
(da Poeme cu ochelari, edizioni Tracus Arte, Bucarest, 2014)
Traduzione dal romeno all’italiano di Anita Bernacchia