Nel periodo precedente la conquista di Costantinopoli, dal 1360 fino al 1453, i romeni si integrarono anche loro nel modello dello scontro e della coesistenza con i turchi, secondo l'usanza balcanica.
Le prime mappe di Bucarest risalgono alla fine del Settecento e sono dovute alle guerre russo-austro-turche.
Che cosa ha ottenuto la Romania nei 30 anni passati dal crollo del comunismo? Cè chi direbbe molto, ma cè pure chi sostiene il contrario.
Come qualsiasi mito, anche quelli sulla Rivoluzione anticomunista romena del dicembre '89 sono estremamente forti, alimentati da incognite che permangono.
Il 1 dicembre del 1918, l'Assemblea Nazionale dei romeni della Transilvania era convocata ad Alba Iulia affinchè redigesse la risoluzione di unione al Regno di Romania.
Il quartiere Primăverii (della Primavera), sito nel nord della capitale romena Bucarest, è noto come quartiere delle vecchie e nuove elite.
L'Ottocento è rimasto nella storia soprattutto come il secolo delle nazioni e il secolo delle rivoluzioni. Ma non di meno fu anche il secolo delle ferrovie, della strada di ferro, come veniva chiamata in Romania.
Radio Romania ha attraversato tutti i cambiamenti vissuti dalla società stessa, essendo presente, in questo senso, nei momenti in cui si verificarono i grandi eventi del XXesimo secolo.
L'emittente territoriale di Chişinău, in Bessarabia, aveva la missione di combattere la propaganda antiromena fatta tramite Radio Tiraspoli, della Moldova sovietica, oltre il Dniester, che trasmetteva dal 1930.
La commemorazione dei 75 anni dalla deportazione degli ebrei dalla Transilvania del Nord nei lager di sterminio nazisti è qualcosa che va ricordato periodicamente in quanto la possibilità di ripetere un disastro come l'Olocausto va eliminata.
La fine della Prima Guerra Mondiale, dopo 4 anni di combattimenti sanguinosi e tragedie personali e collettive, non portò subito la pace.
I parlanti romeni di iddish sono quasi scomparsi soprattutto a causa delle massicce emigrazioni a partire dagli anni 1950. In Romania, secondo il censimento del 1930, abitavano quasi 800 mila ebrei di cui la metà usavano l'iddish come lingua quotidiana.
La disputa romeno-magiara del 20esimo secolo ebbe anche un capitolo accademico legato all'Università di Cluj.
Fino al 1919, gli ebrei in Romania non ebbero diritti civili in quanto la Costituzione del 1866 prevedeva al celebre articolo 7 che solo quelli di religione cristiano-ortodossa potevano essere cittadini romeni.
Personalità politica dominante nella storia dei romeni nella seconda metà del 15/o secolo, il principe moldavo Stefano il Grande regnò dal 1457 al 1504.