Pandemia e arte contemporanea
Dopo più di due mesi di lockdown, anche i musei romeni stanno riaprendo i battenti, nella più stretta osservanza delle regole sanitarie.
Ana-Maria Cononovici, 10.06.2020, 10:23
Dopo più di due mesi di lockdown, anche i musei romeni stanno riaprendo i battenti, nella più stretta osservanza delle regole sanitarie. Ospite a Radio Romania Internazionale è il direttore del Museo Nazionale d’Arte Contemporanea di Bucarest (MNAC), Călin Dan.
Tante sorprese per il pubblico. Al solito, ospitiamo due grandi vernici all’anno, ripensando praticamente l’intera impostazione. Si tratta di 5-6 mostre nuove all’anno, che si uniscono alla collezione permanente, parzialmente cambiata ad ogni vernice di stagione. Quest’anno puntiamo sul periodo difficile che abbiamo attraversato e che stiamo ancora vivendo. Sarà un esperimento per noi, dal momento che si tratta di una mostra all’aperto, spiega il direttore del Museo.
Un esperimento tipo rivisitazione di tutto quanto significa l’avvicinamento tra l’arte e la gente, nella misura in cui viene consentita in questo momento. D’altronde, la nuova stagione espositiva del MNAC ha come parole d’ordine L’arte come legame sociale. Le mostre potranno essere visitate su prenotazione, spiega ancora Călin Dan.
All’ingresso è allestita una gigantesca installazione pittorica dell’artista Petru Lucaci, professore universitario e presidente dell’Unione degli artisti figurativi. Nella Sala di marmo, i visitatori potranno ammirare un’enorme installazione dell’artista Radu Comşa di Cluj, meno noto di Adrian Ghenie, ad esempio. Ma sono sicuro che riscuoterà successo. Al primo piano Storia in vista, la mostra basilare della collezione, svela anche lavori nuovi, quindi ve la consiglio vivamente. Al terzo piano è collocato il secondo pannello della retrospettiva Iulian Mereuţă, il compianto artista romeno-francese, che offrirà al pubblico l’opportunità di conoscere il suo straordinario talento. Al quarto piano sarete accolti da una mostra personale dell’artista lussemburghese Filip Markiewicz. Infine, la nostra simpatica galleria del caffè vi aspetta con una rosa di progetti grafici, che praticamente personalizzano le tazzine. Dal quarto piano fino al pianoterra, la scala di sicurezza si articola in Urban Steps, come abbiamo intitolato la mostra di graffiti dei più celebri e in ugual misura i più giovani artisti del genere in Romania, aggiunge il direttore del MNAC.
Petru Lucaci è presente con Material-Scapes. Influenzato dalle letture della sua area di competenza, legate alla postmaterialità e alla sociologia, Petru Lucaci rilegge la simbolica degli oggetti circostanti, proponendo e costruendo nuovi paesaggi materiali. Da ricilaggi e conversioni fino alla traslazione di oggetti apparentemente insignificanti, l’artista rimette insieme lo spazio, conferendogli significati e connotati diversi da quelli attribuiti inizialmente.
Discussione riduzionista a 4 colori si intitola, invece, la mostra firmata Radu Comşa, che prende lo spunto da uno studio approfondito delle teorie del colore, cercando piuttosto di svelare la verità attraverso metodi empirici, come osserviamo nella sua presentazione al MNAC.
Il quarto piano accoglie i visitatori con il progetto Ultraplastik Rhapsody di Filip Markiewicz, che continua a sviluppare un linguaggio artistico polimorfo, che evoca la complessità e l’assurdità malinconica del mondo dei nostri giorni. Mentre l’Europa e il mondo (digitale) sono intrappolati in contraddizioni interne, in cui la crescita economica e il progresso tecnologico appaiono ancora come unica traiettoria per l’umanità, l’universo di segni e immagini di Filip Markiewicz punta sulla mancanza di fondamento dei discorsi globali e incoraggia la coscienza individuale e la resilienza personale davanti ai regimi della paura.
Tutto completato da una retrospettiva-laboratorio Iulian Mereuță e dalla mostra Metamorfosi di Julian. Iulian (Julian) Mereuță (1943 – 2015) si è formato negli ambienti della terza ondata del surrealismo romeno, nell’équipe della Rivista Arta ed esponente del movimento dell’arte concettuale di fine anni ’60, prima di emigrare in Francia nel 1978. Una mostra viva, con un concetto dinamico, che porterà dei mutamenti nell’arco di tempo in cui rimarrà aperta.
Semplice e giovanile è il progetto Go to MNAC, una mostra di illustrazione contemporanea nata in seguito ad un concorso dedicato ai giovani. I 20 lavori esposti presentano i finalisti e la vincitrice del concorso, che verrà stampata in oltre 50.000 copie sui bicchieri e sulle tazzine del caffè del museo. Infine, Urban Steps esprime 20 anni di arte urbana in Romania, in altrettante voci dello street-art romeno e un graffitti di 500 mq sulle scale interne del MNAC.