Il Museo della Memoria
Cartoline contenenti messaggi scritti in tempi passati a destinatari magari oggi sconosciuti, decreti governativi che smentiscono notizie false, allarmistiche o che dichiarano prigionieri alcuni feriti nella Grande Guerra, ma anche foto di famiglia.
Ana-Maria Cononovici, 31.10.2018, 09:33
Cartoline contenenti messaggi scritti in tempi passati a destinatari magari oggi sconosciuti, decreti governativi che smentiscono notizie false, allarmistiche o che dichiarano prigionieri alcuni feriti nella Grande Guerra, ma anche foto di famiglia. Tutto a partire dal 1916. Così è nato in Romania il Museo della Memoria, una piattaforma online che comincia, però, ad esibirsi anche in altri spazi, come spiega la responsabile progetto Smaranda Pasnicu, cofondatrice dell’Associazione PunctArt.
Il Museo della Memoria è nato lo scorso anno su iniziativa dell’Associazione PunctArt, per creare uno spazio dei ricordi, arricchito da ognuno di noi con foto, documenti e qualsiasi oggetto significativo, per renderli noti a quante più persone. Così abbiamo creato una piattaforma online, dove chiunque può caricare un ricordo, con l’augurio di costruire piano, piano, insieme, questo Museo della Memoria. Siccome si tratta di un lunghissimo passato, nella prima tappa abbiamo deciso di puntare su un certo periodo storico – l’inizio del Novecento, con particolare riguardo alla Grande Guerra. Insieme a una numerosa squadra di storici, ricercatori di immagini e suoni, antropologi, psicologi e filosofi, abbiamo scavato negli archivi dei collezionisti, dei musei o delle persone vicine a noi, per raccogliere i primi ricordi e renderli disponibili all’inizio online e, a partire da questo mese, anche in una mostra multimediale già lanciata a Bucarest. Ora siamo a Costanza. Sempre quest’anno arriveremo anche a Iasi e nel 2019 a Ploiesti e Suceava, spiega Smaranda Pasnicu.
Il Museo della Memoria propone un approccio soggettivo, mettendo alla disposizione delle persone interessate archivi e testimonianze e dando anche voce ai pensieri di coloro che vantano una lunga esperienza di vita, aggiunge Smaranda Pasnicu.
Lo scorso anno, abbiamo creato il nostro primo meccanismo per raggiungere il pubblico, precisamente il telefono dei ricordi. Un apparecchio antico, come quello dei nonni, che molti tenevamo in casa, che offre sia la possibilità di ascoltare delle testimonianze raccolte da persone anziane, che di registrare il proprio messaggio da ricevere l’anno successivo. Questo telefono si ritrova nella nostra esposizione, aggiunge Smaranda Pasnicu.
Con le nuove tecnologie, PunctArt tenta di avvicinare i giovani all’arte e alla cultura, facendoli cercare da soli nella storia personale quei ricordi che, a volte, dimentichiamo, per arricchire la collezione del museo. Smaranda Pasnicu ci ha spiegato anche come guardano i bambini i reperti del museo.
Bellissime esperienze finora! I piccoli guardano al telefono dei ricordi come ad un reperto museale, però i genitori spiegano ai figli che si tratta di un oggetto del loro passato. L’ingresso ai nostri eventi è libero e auspichiamo di coinvolgere quante più persone nella costruzione di questo Museo della Memoria, arricchendolo di cose importanti per noi. Anche se, forse, sembrano poco interessanti ad un certo momento, in realtà poi ci rendiamo conto che tutto fa parte della nostra storia di vita, come questi eroi sconosciuti che erano i nostri nonni e bisnonni, che hanno attraversato tempi difficili e che noi, a volte, dimentichiamo, conclude Smaranda Pasnicu, responsabile del progetto dedicato al Museo della Memoria.