Fiere tradizionali e fiere virtuali
Con la pandemia come sottofondo, anche le fiere si sono reinventate per sopravvivere.
Ana-Maria Cononovici, 19.03.2021, 16:29
Con la pandemia come sottofondo, anche le fiere si sono reinventate per sopravvivere. Alcune, come la Fiera del Mărțișor di Bucarest, hanno rafforzato le misure sanitarie per poter accogliere i visitatori in presenza, mentre altre, come la Fiera del turismo, si sono traferite online.
Maggiori informazioni sull’edizione 2021 ci offre il consulente turistico Traian Bădulescu. La recente edizione 2021 della Fiera del turismo ha segnato una prima assoluta, in quanto, per la prima volta, è stata organizzata online, una vera sfida per i tour operator. Gli organizzatori hanno fatto del loro meglio per rendere l’evento un successo, nonostante il numero di espositori inferiore rispetto alle edizioni precedenti. Ma grazie ad un ottimo software, siamo riusciti a creare virtualmente una vera fiera del turismo. Hanno partecipato agenzie romene e straniere, località, regioni turistiche o associazioni. Anche se tutti sperano di poterci incontrare il prima possibile, la pandemia ci costringe a essere pazienti e a continuare a privilegiare il formato virtuale. Nell’ultimo anno, quasi tutte le fiere del turismo del mondo si sono svolte online, comprese le più grandi come il World Travel Market a Londra o il Salone Internazionale di Barcellona. Secondo me, anche quando si tornerà agli eventi tradizionali, sarebbe necessario mantenere alcune componenti virtuali. Ad esempio, siccome è difficile convincere tutte le importanti agenzie turistiche e molti tour operator stranieri a venire nel nostro Paese, incoraggerei la promozione della Romania attraverso conferenze ed eventi online. A parte questo, continuerei gli incontri di lavoro in videoconferenza anche dopo la pandemia. Ovviamente, spero che la Fiera del Turismo torni presto al Complesso Romexpo di Bucarest, ma non posso fare a meno di notare che il formato virtuale le dà maggiore visibilità all’estero, spiega Traian Bădulescu.
Considerata la Fiera del Libro più longeva del Paese, Gaudeamus, organizzata da Radio Romania, si svolge sempre virtualmente dal 1 al 31 marzo. Invece, questa primavera, il Museo del Contadino Romeno di Bucarest, ha organizzato in presenza la tradizionale Fiera del Mărțișor. Lila Passima, responsabile della Sezione Educazione Museale, spiega che, nonostante la pandemia, la tradizione del mărțișor non può essere messa da parte.
Ciò accade principalmente per due ragioni. In primo luogo, le tradizioni urbane sono diventate ugualmente importanti come le tradizioni contadine. Così si spiega che, da 15 anni, il Museo del Contadino ospita la Fiera di Mărțișor, un evento adattato al mondo urbano. Come già ben sapete, le origini di questa usanza sono antichissime. Trae le sue fonti dal calendario agrario contadino che celebrava l’arrivo del nuovo anno. È un simbolo di rinnovamento, proprio come Baba Dochia o Dragobete, rituali primaverili del mondo rurale. E anche se all’inizio del XX secolo gli etnologi non ne prevedevano una lunga vita, il mărțișor vive ancora oggi, adattato, è vero, alla cultura urbana. La nostra fiera vuole essere un evento culturale avendo come punto di partenza questo portafortuna che i contadini usavano per tutelare anche la salute dei loro animali, appendendo alle loro corna il filo intrecciato rosso e bianco. Dal momento in cui la tradizione di questo filo legato poi ad una moneta conquistò la città, il mărțișor è diventato un souvenir, spiega Lila Passima, che ci ha anche raccontato l’edizione 2021.
Questa primavera siamo stati costretti ad affrontare il contesto pandemico, ricorrendo a umorismo, creatività e spirito innovativo. Per questo abbiamo chiesto ai partecipanti di usare la loro fantasia per proporci un’offerta altrettanto ricca come negli anni precedenti. Il mărțișor, questo simpatico piccolo portafortuna, si presenta in molte forme ed espressioni artistiche, dal piccolo pezzo d’argento attaccato al filo intrecciato rosso e bianco, attraverso le rappresentazioni dei diversi eroi della mitologia contadina e fino ai personaggi attuali, dell’ambiente culturale urbano, dai fumetti o cartoni animati, insomma, tutti questi eroi delle tecnologie attuali. La fiera offre anche mărțișor molto eleganti, realizzati in terracotta o porcellana e placcati in oro. Siamo lieti che, nonostante le condizioni severe, come la riduzione del numero di espositori e il distanziamento sociale, i partecipanti non abbiano abbandonato questa tradizione, e, quindi, siamo riusciti a organizzare la fiera per segnare l’arrivo della primavera in un modo artistico pieno di fantasia e umorismo, aggiunge Lila Passima.
Con ogni nuova edizione, la Fiera di Mărțișor riconferma una tradizione che attira persone da molti campi, dice ancora Lila Passima. Entrato ormai nella coscienza collettiva, la Fiera del Mărțișor attira ogni anno più di 10.000 visitatori. È un progetto duraturo. Ci è stato chiesto di iscrivere nella lista dei partecipanti gli attori dell’Associazione Grivita 53, la cui presidente Chris Simion, ha organizzato una raccolta fondi per la costruzione di un teatro. Con lo slogan Basta un mărțișor per costruire un teatro, la campagna è un’ottima iniziativa per sostenere il settore artistico indipendente che sta attraversando un periodo particolarmente difficile. Un’idea semplice, ma ugualmente bella e forte, conclude Lila Passima.