Labirinto a metà strada
Un progetto di arte pubblica indipendente che ha un nome incitante: Labirinto a metà. È il culmine di un lungo lavoro di ricerca ed esperienze artistiche comunitarie condotte da tre donne.
Ana-Maria Cononovici, 23.02.2021, 11:13
Un progetto di arte pubblica indipendente che ha un nome incitante: Labirinto a metà strada. È il culmine di un lungo lavoro di ricerca ed esperienze artistiche comunitarie condotte da tre donne: Roxana Donaldson, artista visiva, Ana-Cristina Irian, ricercatrice di arti visive, e Cristina Bodnărescu, regista del film sull’attività delle prime due signore, presentato al festival dedicato all’arte del video, VKRS Bucarest. Cristina Irian ci racconta di più. Questo è un progetto artistico, ma ha anche un significato civico, perchè mira a rispondere attivamente alla necessità di tenere unita la comunità in tempi di crisi e di salvare, simbolicamente, fiori banditi dai mercati, trasformandoli in opere d’arte. Io ho lavorato con i mazzi di fiori che Roxana aveva raccolto dal mercato Matache di Bucarest. Li ho trasformati in otto bambole, che ho chiamato Le bambole del mercato Matache. Bambole dalle forme in movimento, che sembrano ballare. Nella seconda parte del progetto, ho aggiunto quello che chiamiamo poesie floreali, in un video che cattura l’intero processo di trasformazione del mazzo di fiori, spiega Cristina.
Dallo scambio di fiori è nata, quindi, una rappresentazione urbana, dice Roxana Donaldson. Abbiamo concepito questo progetto artistico come un incontro tra gente e piante, in questo periodo di isolamento e ansia in tempi di pandemia. Volevamo vedere come le persone e le piante vivono e sopravvivono insieme nelle città. L’idea del progetto risale a novembre 2020, quando i piccoli orticoltori locali abbandonavano i loro fiori nei mercati. Si è materializzato prima in un film, poi in opere d’arte realizzate con fiori secchi. Io sono un’artista visiva interdisciplinare. Sono sempre stata interessata al campo dell’arte ecologica, arte vegetale e volevo fare un’arte interdisciplinare e concettuale con e sulle piante. Nel progetto Labirinto a metà ho trovato l’espressione perfetta di ciò che voglio esprimere nella mia arte, ovvero la comunicazione tra noi, esseri umani, e le piante. Tutto è iniziato con un gesto di rivolta. Ana-Cristina Irian e io ci siamo incontrate a metà strada tra il mercato al quale andava di solito e il mio. Ognuna di noi aveva comprato dei fiori nell’ultimo giorno in cui i mercati erano aperti. Casualmente, quella nostra metà strada era proprio in via Labirinto di Bucarest. È qui che ci siamo scambiate i fiori. Ci siamo regalati fiori a vicenda, in mezzo alla pandemia e all’isolamento, nel cuore di una città triste, deserta, sull’orlo della depressione. Abbiamo filmato tutto con sottofondo ambientale, come testimonianza di questa performance urbana, ricorda Roxana.
La vita dei fiori è continuata nelle case di adozione, ovvero le abitazioni delle artiste e vennero anche reinventati dopo l’essiccazione, aggiunge Roxana Donaldson. Ho fatto un dipinto su tela di lino, in fondo al quale ho scritto, con una penna stilografica, fiori abbandonati e salvati. Poi, queste parole si sono confuse, fino a diventare macchie di colore. E su queste macchie colorate ho cucito dei fiori. Questo oggetto d’arte, che era appena nato, l’ho esposto durante la seconda performance di strada, che ho intitolato Flowers were here, proprio perchè erano tornati nel luogo che avevano lasciato. Ognuna di noi ha lasciato il suo lavoro per strada: io, la tela di lino dipinta, lei, la sua bambola fatta di fiori secchi. I due oggetti sono stati esposti su un muro, in strada, come parte di questa libera rappresentazione artistica. Fare arte libera è darla al cuore, perchè è arte pura, che si rifiuta di essere costretta e che vuole essere offerta in dono alla città, alla comunità, dice ancora Roxana.
Anche Cristina Irian aggiunge qualcosa. Abbiamo iniziato il progetto la mattina e continuato nel pomeriggio. Quando ci incontreremo per la terza volta nella stessa via, sarà la sera, per rielaborare gli oggetti realizzati. Userò principalmente la forma dell’oggetto bambola e le ombre di quell’oggetto, cercando di ripensare lo spazio, conclude Cristina.
La terza puntata del progetto consisterà in tre parti: la presentazione del film sulla vita dei fiori trasformati in capolavori, una mostra con nuove opere che integrano fiori secchi, e, infine, un’altra rappresentazione street art.