Frutta esotica Made in Romania
Resistenti alle variazioni di temperatura e adatti alla coltivazione ecologica poichè non ci sono parassiti che li attaccano, i kiwi e altre specie esotiche iniziano ad essere piantati anche in Romania.
Ana-Maria Cononovici, 17.11.2020, 15:55
Resistenti alle variazioni di temperatura e adatti alla coltivazione ecologica poichè non ci sono parassiti che li attaccano, i kiwi e altre specie esotiche iniziano ad essere piantati anche in Romania. Florin Stănică, professore di pomicoltura presso la Facoltà di orticoltura dell’Università di scienze agronomiche e medicina veterinaria di Bucarest, ci racconta tutto. La prima storia inizia nel 1992, quando, grazie a un programma Tempus, una squadra dell’Università di Bucarest si recò all’Università di Perugia, per studiare il kiwi e scoprire che, per essere coltivato, richiedeva quasi le stesse condizioni della pesca. Così è nata l’idea di allestire una piantagione sperimentale ad Ostrov, in riva al Danubio, zona adatta alla coltivazione di pesche e vite.
Detto fatto. Nel 1993, in primavera, con il contributo dell’azienda agricola demaniale locale, abbiamo piantato kiwi su due ettari di terreno. Allo stesso tempo abbiamo portato dall’Italia un migliaio di mini kiwi o kiwiberry, una varietà molto più resistente al freddo rispetto alla pesca, quindi coltivabile anche nelle zone di produzione del susino. Dal 1993, la Facoltà di Orticoltura di Bucarest ha condotto, tra le altre cose, uno studio sulle possibilità di acclimatare le diverse varietà di kiwi. Sono tre, infatti, quelle che ci interessano per il consumo: il kiwi soffice, che tutti conoscono, il kiwi a polpa gialla e questo kiwi resistente al freddo. Nel frattempo, abbiamo cercato di vedere come moltiplicarli, quali tecnologie utilizzare per la loro coltivazione e, attraverso successive selezioni, siamo riusciti ad approvare due varietà romene, frutto di una collaborazione tra la Romania e l’Italia. Sono state registrate nell’UE con i nomi Vip Green e Vip Red. Entrambe sono resistenti al freddo, una produce frutta verde, l’altra frutta rossa, spiega Florin Stănică.
Negli ultimi dieci anni sono stati effettuati anche lavori di selezione degli incroci tra kiwi a polpa gialla e kiwi a polpa verde. Al momento, ci sono quattro selezioni molto interessanti: varietà con frutta grande e succulenta, che possono essere conservate a lungo. Nel prossimo futuro, queste varietà potrebbero essere approvate, auspica il prof. Florin Stănică. Il kiwi può essere coltivato in Romania. Per i kiwi a frutto grosso, l’area di produzione è limitata al sud e all’ovest del paese, che sono anche zone di produzione di pesche. Per quanto riguarda le varietà resistenti al freddo – vale a dire il mini kiwi o il kiwiberry – è possibile piantarle in quasi tutte le zone romene in cui si coltiva il melo. Ci vuole solo un po’ di coraggio da parte dei coltivatori, aggiunge il nostro ospite.
L’Asimina è un’altra specie raccomandata dal professor Florin Stănică, con l’approvazione in dirittura d’arrivo. Può essere coltivata senza problemi e senza particolari trattamenti, laddove le temperature invernali non scendono sotto i – 25°. In Italia abbiamo scoperto la specie Asimina Triloba. Nel 2000 ho portato in Romania le prime varietà meglio conosciute con il nome di pawpaw. Originaria del Nord America e resistente a temperature fino a -25 °, produce frutta straordinaria, delle dimensioni di un mango, con due file di semi marroni all’interno. Questo frutto ha una polpa densa, il cui sapore, appena colto, ricorda la crema alla vaniglia. Se conservato per dieci giorni nel frigorifero, il suo gusto si evolve verso quello della crème caramel. Dopo tre settimane, ha un sapore più simile alla crema al caffè. Quindi ecco un frutto molto speciale. Neanche in questo caso servono trattamenti fitosanitari. È, al contrario, un alberello molto resistente e anche molto bello, molto decorativo, con foglie grandi e fiori viola, aggiunge il professor Florin Stănică.
Questa specie di frutto è molto ricco di sali minerali. Ad esempio, solo la guaiava ha un contenuto di potassio più elevato. Questa specie è arrivata sul territorio del nostro Paese nel 1926, portata a Pianu Nou, in provincia di Alba, da una famiglia di emigranti transilvani, di ritorno dall’Ohio. Il giuggiolo (o dattero cinese) è un’altra specie molto particolare che si trova sul territorio romeno, come racconta Florin Stănică. Si trova nella regione della Dobrugia, nel sud-est del Paese, a Ostrov. Abbiamo trovato giuggiole anche a Jurilovca, vicino alla cittadella di Argamum, o a Mahmudia, vicino alla cittadella di Salsovia. Crescono vicino alle antiche città romane o greche. Originario dell’Asia centrale, il giuggiolo fu portato in Europa durante il regno dell’imperatore Ottaviano Augusto. Gli alberi che crescono qui producono piccola frutta dal sapore agrodolce, conclude il nostro ospite.
Il giuggiolo si adatta molto bene a condizioni climatiche rigide: resiste a temperature che vanno da -40° a + 40° e alla siccità. Preferisce le zone del sud del paese. Non resta altro che incoraggiare i produttori a coltivare queste specie esotiche che possono portarci sapore e salute!