Il campo degli iglù
Un sacco a pelo, una coperta termica, un tessuto di neoprene, una paletta, una decina di candele e vestiti caldi: sono gli ingredienti che vi garantiscono l'accesso in un campo di iglù in Romania.
Ana-Maria Cononovici, 30.01.2019, 13:38
Un sacco a pelo, una coperta termica, un tessuto di neoprene, una paletta, una decina di candele e vestiti caldi: sono gli ingredienti che vi garantiscono l’accesso in un campo di iglù in Romania, per imparare a costruirli, ma anche come sopravvivere a temperature estreme, e per promuovere la vita all’aperto. La prima iniziativa del genere è stata promossa un paio d’anni fa.
Quest’anno ha raccolto 50 partecipanti, pronti ad affrontare il maltempo a Parang, nel cuore delle omonime montagne. Adi Cîmpeanu, che vive nella vicinissima città di Petrosani, ci ha raccontato come ha cominciato a costruire degli iglù in Romania.
Nel 1996, sono entrato nella Legione straniera, in cui sono rimasto per cinque anni, fino al 2001. Ho fatto parte delle truppe montane di combattimento, cosicchè ho imparato a costruire un iglù tipo rifugio. Finita questa esperienza, mi son detto che andava replicata anche nella mia terra, a Parang, nell’area della Valle del Jiu. Tutto è cominciato come un gioco condiviso con un gruppo di amici. Mi hanno raggiunto 15 persone in questa impresa, che è stata un successo. Cosicchè quest’anno ho voluto un bis! Sono venuti in tanti, è stata una cosa meravigliosa, un successo totale, assicura Adi.
Questa bella impresa è stata appoggiata anche dal Comune, che ha ammassato le montagne di neve con gli attrezzi speciali. Una trentina di partecipanti hanno anche dormito negli iglù. Quanti sono stati allestiti?
Sette iglù con una capienza di quattro persone ciascuno. I letti devono distare 30-40 cm dall’ingresso, per mantenere una temperatura piacevole all’interno, generata dalle candele: 14 gradi dentro, mentre fuori ci si congelava a 24 sotto zero. La cosa importante è avere i sacchi a pelo, in cui ci dobbiamo infilare all’inizio vestiti e poi rimanendo solo in slip e maglietta – gli alpinisti e i soccoritori alpini lo sanno benissimo. Così, la temperatura del corpo rende ambientale anche l’interno del sacco a pelo, spiega Adi Cîmpeanu.
Tutti i partecipanti sono rimasti affascinati: sono giunti da Cluj-Napoca, Bucarest, Costanza e altre città e regioni del Paese. Un’esperienza che il suo iniziatore vuole ancora ripetere!